Il giornalista Giuseppe Calabrese tramite un editoriale su La Repubblica ha commentato così gli ultimi sviluppi sulla vicenda STADIO: "Prima voleva buttare giù solo le curve, poi tutto il Franchi, poi ha cambiato di nuovo idea. C’è qualcosa di irrisolto nel rapporto tra Rocco Commisso e gli stadi. Ma almeno in Italia un obiettivo lo ha raggiunto, a New York no. Eppure ogni volta che il traguardo si avvicina, lui lo sposta un pochino più in là. E alza i toni, oltre che la posta in gioco. Una strategia che serve solo a irrigidire piuttosto che a conciliare, e sinceramente non si capisce quale sia l’obiettivo di Commisso. Alla Fiorentina non serve un capitan Fracassa, ma un leader in grado di comprendere e mediare, capace di interpretare le situazioni e tirare fuori il meglio da ogni opportunità. Ci sono due cose su cui siamo tutti d’accordo. La prima: il Franchi ha bisogno di un profondo e radicale restyling, e non serviva l’università per certificarlo, chi lo frequenta sa bene in che condizioni sia. La seconda: chi paga ha sempre il diritto di fare le cose a modo suo, ma è la legge a delimitare il perimetro entro cui questo può avvenire. Poi c’è un terzo aspetto su cui Commisso dovrebbe riflettere, ed è il buonsenso. Quando è arrivato alla Fiorentina, un anno fa, anche solo pensare di abbattere le curve o parte dello stadio era una ipotesi folle. Lui, però, si è giocato bene le sue carte, sfruttando a suo vantaggio anche il malumore della piazza, e ha convinto la politica italiana a riscrivere le regole. Così è nato l’emendamento al decreto Semplificazioni, una legge studiata apposta per il Franchi e per venire incontro alla necessità di Commisso di avere uno stadio moderno e funzionale".

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