Un altro addio, cha fa male. Che fa molto male. Diverso dagli altri. Questa volta in campo ci era scesa tutta la tifoseria fiorentina, per far sì che Torreira rimanesse alla Fiorentina. Alla fine non sarà così e il centrocampista ripartirà da altrove. Un giocatore in cui i tifosi credevano, speravano, un calciatore che credeva e sperava in Firenze. Qualcuno ha spezzato l'incantesimo. Sul chi e sul come, si parlerà, si è parlato e si sta parlando. Di episodi controversi, negli ultimi anni in casa Fiorentina ne sono successi, molti accantonati senza una vera e propria spiegazione sul perché siano accaduti. Succederà così anche questa volta, tra voci sulle commissioni all'agente e presunte liti senza alcuna conferma. Non riscattare il giocatore più forte della rosa a un prezzo decisamente abbordabile, di fatto, non è l'inizio che ci si aspettava da quella che dovrebbe essere la stagione del rilancio.

Adesso c'è da guardare avanti, farlo con la consapevolezza che lì in mezzo un Torreira difficilmente tornerà, così come un punto di riferimento come era diventato l'uruguaiano. Basta fare un giro sotto il post dei saluti del giocatore, per capire quanto fosse amato non solo dai tifosi, quanto dai compagni di squadra, qualcuno anche incredulo. Incredulità e amarezza: sono proprio queste le sensazioni che regnano sovrane in questo momento nell'ambiente viola. In un silenzio quasi assordante.




 










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C'è poi da ricordarsi di una Conference League che forse qualcuno si è già dimenticato. Neanche il tempo di festeggiare, infatti, che già si parlava (a quanto pare con cognizione di causa) dell'addio di Torreira.

Adesso serviranno mosse importanti per svoltare, per riempire questo vuoto silenzioso, per ricordarsi che dopo cinque anni di baratro la Fiorentina è tornata nel calcio che conta a giocarsi qualcosa. Perché essere amareggiati e delusi, anche dopo il finale dell'ultima stagione no, non è una cosa normale. E qualcuno dovrà domandarsi il perché.

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