Dopo una gara combattuta, giocata quasi alla pari contro la prima in classifica, per la Fiorentina un punto strappato a San Siro non sarebbe stato poi così deleterio. Invece, un altro errore individuale ha condannato i Viola ad uscirne sconfitti, per la quarta volta di fila tra campionato e coppa. La gaffe di Pietro Terracciano sul rinvio lungo -uscito sciaguratamente corto- ha servito al bacio Leao che ha sfruttato un ulteriore sbaglio del n°1 gigliato per segnare il gol vittoria. Il doppio regalo del portiere -perché anche sul tiro in porta il suo posizionamento non sembra impeccabile- ha sciupato una partita che, presumibilmente, sarebbe finita in parità. Un altro punto perso/donato agli avversari che la squadra di Vincenzo Italiano non potrà sfruttare per l’Europa. Nelle ultime due settimane, le imprecisioni dei singoli sono costate alla Fiorentina almeno 2 punti chiari, se non qualcosa di più.

Il grave errore di Terracciano si somma a quello del primo gol subito nella partita precedente, contro l’Udinese, in cui non riuscì a contenere una conclusione defilata che gli piegò le mani. Le pecche del secondo portiere, che in questa stagione è diventato la prima scelta, adesso hanno assunto caratteri marcati. Tornando anche al girone d’andata, la sua posizione errata sul tiro-cross di Cuadrado fece perdere un punto (meritato) anche in quella occasione, mentre qualche giornata fa, contro l’Empoli, soltanto il Var l’aveva salvato dalla frittata. Quello di San Siro non è quindi il primo svarione che regala punti preziosi agli avversari, ma che soprattutto li preclude per la corsa europea.

La quasi ossessiva e talvolta ostentata costruzione dal basso col portiere ha messo in difficoltà chi era stato scelto, in corso d’opera, per adempiere proprio a quel compito. Con un Dragowski messo da parte, prima per infortunio e poi per gravi errori nelle uscite, Terracciano era diventato il titolare di una squadra di Serie A per la prima volta nella sua carriera a 32 anni. La scelta di Italiano, comunque, aveva dato i suoi frutti: quando la squadra era più energica e, forse anche più motivata, le prestazioni di Pietro erano state all’altezza. Caduto il castello di carte, è venuta meno anche la sua sicurezza, sia con le mani che con i piedi. Se nel primo frangente si era visto fin da subito come non fosse Mike Maignan, nel giocare il pallone, invece, sembrava a suo agio. Probabilmente lo è ancora e l’errore col Milan non è altro che uno di quelli che possono capitare quando si è sollecitati più volte a scherzare contro il pressing avversario. Tuttavia, per una squadra che si rifugia così spesso nei piedi del suo estremo difensore, certi errori possono rivelarsi fatali.

Il ruolo del portiere è da sempre delicato: quando non prende gol, ha fatto semplicemente il suo dovere, ma quando lo subisce, 9/10 è colpa sua. Ovviamente, in un’analisi accurata, questa non sarebbe la realtà. D’altro canto, i tifosi viola quest’anno sono stati poche volte in grado di dire: “Che miracolo ci ha fatto Terracciano!”. Perché effettivamente una grande sicurezza tra i pali non l’ha mai data. Il suo magic moment adesso sembra finito (così come quello di altri giocatori della rosa, sia chiaro). La freddezza nel districarsi palla al piede da situazioni complicate pare averlo abbandonato, così come la fortuna che magari in qualche altra l’aveva graziato. Dopo una fase ascendente, il momento -e il posto- di Pietro Terracciano alla Fiorentina sembra doversi chiudere con la fine della stagione. Sul gol di Leao, l’errore nel rilancio ha definitivamente riportato Pietrone con i piedi per Terra.


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