L'ex attaccante di Fiorentina e Torino Francesco Graziani, in una lunga intervista al Corriere della Sera, oltre a rimarcare la grande amicizia con Paolo Rossi, è tornato a parlare dello scudetto del 1982 vinto dalla Juventus proprio a discapito dei viola. Queste le sue parole: "Scudetto dell”82 tra Fiorentina e Juve? Quel titolo meritavamo di giocarlo allo spareggio, però non ricordo frasi particolari. Qualche sfottò sicuramente, i bianconeri che ci guardavano un po’ dall’alto in basso, ma sempre con grande rispetto. Bearzot aveva forgiato quel gruppo dalla metà degli anni Settanta, ci amalgamò lasciando fuori i club e le loro rivalità. Un ricordo di Italia-Brasile? La mattina vidi Paolo a bordo piscina, non era lo stesso. Mi confessò che pensava di restare fuori dall’undici titolare. Io lo spronai ricordandogli l’affetto che Bearzot aveva per lui, gli dissi che squadra che vince non si cambia, e che contro il Brasile avrebbe fatto una grande partita. Lui mi disse che avrebbe fatto una tripletta. E poi? "E poi nello spogliatoio mi venne incontro e mi abbracciò per dieci secondi senza dire niente. Che uomo era Paolo Rossi? "Un uomo pulito. Che aveva ancora tanti progetti da portare avanti. Era e resterà per sempre il nostro Pablito. Ormai è cambiato il mondo, non è colpa di nessuno ma sono cambiati i valori, sia quelli umani che sportivi. Trovatemi oggi la qualità di uno Scirea, un Conti, un Cabrini, un Tardelli, un Antognoni, un Rossi, trovatela. Se sapevo della malattia? Credo di essere stato tra i primi a scoprirlo. E per caso, perché dopo il mio incidente domestico sono stato operato dalla stessa équipe dell’ospedale la Gruccia di Montevarchi, quella del professor Piero Paladini. Non ne abbiamo mai parlato, peròmi sono preoccupato quando a ottobre ha smesso di scrivere nella chat degli azzurri Mundial. Gli ho telefonato e non mi ha risposto. Poi ha ripreso a chattare, ma ci ha tenuto nascosta la gravità della malattia".


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