Servivano conferme e sono arrivate puntuali, di pari passo con le nostre analisi delle scorse settimane: la Fiorentina ha ripreso a volare e lo ha fatto nel migliore dei modi, dimostrando prima di tutto a se stessa (e di conseguenza al popolo viola) il valore dei primi frutti.

Prosegue, quindi, la crescita della squadra: dalla Sampdoria al Milan abbiamo assistito ad un’ulteriore crescita da parte del gruppo, e poi dei singoli. Perché si... lo avete notato? La Fiorentina cresce nel collettivo, prima ancora che nei singoli giocatori, e questo “fa da traino” a quei singoli che magari, fino ad oggi, non hanno espresso molto potenziale (è il caso, ad esempio, di Dalbert e Lirola). Con la crescita del gruppo lo abbiamo notato molto bene: giocatori come il brasiliano ex Inter e lo spagnolo ex Sassuolo stanno migliorando le proprie performance sul campo, e questo ha una spiegazione molto nitida, molto nota a noi Coach professionisti... ovvero che il gruppo può diventare il volano per i singoli, uno stimolo per fare bene e per “rimanere al passo”, per non perdere il ritmo. Bene: Dalbert e Lirola lo stanno facendo, come è naturale che sia per un gruppo che sta lavorando molto bene proprio sul fattore collettivo. Le loro prestazioni, specialmente contro il Milan, dimostrano che la squadra di Montella ha le idee sempre più chiare.

E chi, naturalmente, “traina” la squadra? Il leader. La Fiorentina ha un leader naturale, e porta il nome di Franck Ribéry. E quando la leadership si unisce all’aumento della condizione, al secondo gol siglato in campionato e a giocate sorprendenti, non possono che arrivare gli applausi, proprio come è successo a San Siro. Quegli applausi sono solo l’inizio e sono il riconoscimento che il collettivo, e non solo i singoli, ha tutto per fare bene già da adesso. Ma di Ribéry si parlò già ad inizio campionato circa il suo essere leader, e se servivano conferme, sono arrivate.

Cosa porta, concretamente in fase di gioco, il lavorare sul collettivo? Porta quella solidità in campo che abbiamo riscontrato già contro la Samp... quell’essere “su tutti i palloni”, quel pressing alto degli attaccanti viola sul portiere e difensori avversari. Ecco la traduzione tecnica, la tradizione sul campo, per concetti così “psicologici”. Questa intesa sempre maggiore, che si traduce in una solidità crescente in mezzo al campo, è il risultato concreto che tutti noi ci aspettiamo. Ecco perché ogni scelta, ogni azione, ogni risvolto positivo o negativo in campo, deriva prima di tutto dalla mente dei calciatori. Oggi la mente della Fiorentina è focalizzata sulla crescita costante, non sulla classifica. È evidente che di lavoro ce n’è ancora molto da fare - basti pensare al calo di concentrazione al quale assistiamo durante gli ultimi venti minuti di gioco quando i viola devono gestire il vantaggio - ma se il buongiorno si vede dal mattino, la strada è quella giusta e i primi risultati iniziano a premiarci.

Caro Montella, lavorare sulla gestione mentale del vantaggio negli ultimi minuti di gara può essere la chiave che può far crescere ancora di più la squadra, poiché questo è l’aspetto in cui i viola si sono trovati maggiormente scoperti. Con il giusto approccio mentale sul vantaggio da amministrare, la Fiorentina può fare un ulteriore passo in avanti (che non tarderà ad arrivare, vedrete). Siamo sulla buona strada.


💬 Commenti