Il portiere di quella che fu la Florentia Viola, il tifoso della Fiorentina Andrea Ivan, nel documentario ‘Quando la Fiorentina sparì dal calcio’ di Calcio di Periferia racconta alcuni dettagli, aneddoti e ricordi dell’esperienza indimenticabile a Firenze. Ecco le sue parole: “Avevo un accordo col Livorno per rimanere, dovevo solo parlare con Spinelli. Prima dell’incontro col presidente però lo chiamai dicendogli che non avrei accettato la proposta, perché la Fiorentina mi aveva contattato tramite Agroppi e Galli e sarei andato a Firenze. Non scordiamoci che avevo 31 anni, non ci ho pensato su nemmeno un momento, ho accettato senza sapere che contratto potesse essere. Non mi interessava”.


Prosegue Ivan: “Mi ritrovai con una squadra di ragazzini al primo allenamento. La prima sfida ufficiale, quella di Coppa Italia Serie C col Pisa, fu una partita in cui sapevamo di non poter essere competitivi. Troppi giovani inesperti, loro invece erano in C1. Giocammo al Franchi e tra poco non avevamo neppure le maglie. Nella prima parte di campionato non riuscivamo ad ingranare, fu Riganò a tenerci su con i suoi gol ma non bastava. Il ds Giovanni Galli lo capì e cambiò l’allenatore. Quando arrivò Cavasin a noi si aprì un mondo, ci fece giocare in maniera diversa, ci trattava in modo differente. Ricordo la sconfitta in casa col Montevarchi e quando a Savona Salica mi chiese come facessi a giocare a maniche corte nonostante il vento freddissimo”.


L’ex portiere viola poi si sofferma sull’episodio famoso e rinomato della ‘neve di Gubbio’: “La partita di Gubbio? Tutti quelli che incontro mi dicono che erano lì in Umbria a spalare la neve. Con tutto il rispetto per i tifosi della Fiorentina, ma penso che se tutti quelli che me lo dicono fossero stati davvero in campo, ci sarebbero state 10.000 persone a Gubbio. E’ la trasferta che tutti ricordano di più perché non si doveva giocare dopo la nevicata nella notte. I tifosi arrivarono al campo e quelli che erano lì si misero a spalare la neve assieme ai custodi”.


Infine conclude: “La vittoria che ci dette la matematica promozione fu memorabile, riuscimmo anche a buttare Della Valle in piscina. Conosco Firenze e so dove doveva stare. Sapevo che ero il tramite per riportare Firenze dove meritava di stare, poi avrei finito la mia carriera. In A Firenze ci stava Toldo. Ricordo che parlai con lui e mi fece i complimenti per il record di imbattibilità: io però l’ho fatto in C2, lui in A, c’è una differenza. I grandi campioni sono quelli come lui”.

 

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