In principio era restyling del "Franchi", quello vero, non il "troiaio" (passateci il termine) con delle curve nuove costruite all'interno delle attuali, così da preservare la struttura e le benedette scale elicodiali. L'idea iniziale di Rocco Commisso era quella di mettere mano alla casa della Fiorentina, senza cercare soluzioni altrove, ma rifacendone gran parte così da renderla al passo con i tempi: nel progetto (solo ipotetico) c'era la copertura integrale e il rifacimento delle curve a ridosso del campo di gioco. Il classico "no" della Soprintendenza era arrivato però ancor prima di cominciare a disegnare bozze di nuove strutture: da lì quindi l'apertura alla Mercafir, a Campi Bisenzio e ai vari sindaci dell'area metropolitana.

L'idea "Franchi" è tornata quasi per disperazione dopo la rinuncia ufficiale al bando Mercafir ma il vincolo del soprintendente Pessina resta lì, rigido: nelle ultime ore a livello politico, e non solo, è partita l'idea di richiedere una revisione della legge a cui si appella l'ente a tutela dei beni architettonici. O quantomeno una reinterpretazione in termini più flessibili. Il compito della Fiorentina però a questo punto è chiaro: creare dei progetti che si integrino il più possibile con le richieste della Soprintendenza, andando però in direzione di un impianto il più moderno possibile e produttivo in termini di fatturato. Lo sforzo massimo insomma, per poter rimandare la palla nell'altro campo con la coscienza a posto. A quel punto magari, sull'ente guidato da Andrea Pessina vigerebbe la necessità di una riflessione un po' più approfondita del secco "No", con cui ad oggi viene o verrebbe liquidata la questione.


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