Tante volte sono le circostanze a decidere la carriera di un calciatore, la capacità e la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Ciò che non è successo a Bartlomiej Dragowski, che durante i suoi sei anni alla Fiorentina si è spesso scontrato con situazioni che gli hanno impedito di emergere completamente.

Tatarusanu, Sportiello e Lafont sono stati uno dopo l'altro preferiti al portiere polacco, relegandolo a numero dodici. Tanto da spingerlo, nella seconda parte della stagione 2018/19, a trasferirsi in prestito all'Empoli per mettere minuti nelle gambe. Poi la fiducia riposta in lui dalla società, e ripagata a suon di prestazioni tra il 2019 e il 2021. Ancora una volta, però, il momento non era quello giusto: l'anno migliore di Dragowski, infatti, è coinciso con il peggiore della Fiorentina e le sue parate sono servite "solo" a raggiungere la salvezza.

Abbastanza comunque per mettersi in luce come uno dei migliori giocatori della rosa, venendo confermato sotto la guida di Vincenzo Italiano. Come sappiamo, però, l'ultima stagione è stata disastrosa per Dragowski tra infortuni, errori clamorosi e quella difficoltà nel gioco coi piedi che ha spinto l'allenatore a preferirgli Terracciano. Tanto lungo e faticoso era stato il percorso per conquistare Firenze e prendersi il posto, tanto poco ci è voluto per perderlo e finire ai margini della rosa.

Una soluzione alla fine si è trovata, perché il rapporto con la società è sempre stato ottimo. Dragowski andrà allo Spezia, dove proverà ancora una volta a rilanciarsi. Alla Fiorentina rimane l'ennesimo caso di un portiere che sembrava poter essere quello giusto, e invece si è inserito nella recente e sfortunata tradizione di estremi difensori che dopo Frey non sono riusciti a lasciare il segno. Per colpa sua? In parte sicuramente, ma sarebbe ingeneroso chiuderla così. Forse, semplicemente, Drago si è trovato nel posto giusto al momento sbagliato.


💬 Commenti