Continua la rubrica di Fiorentinanews.com dedicata all’analisi della fase difensiva della Fiorentina, con un’attenzione particolare agli eventuali gol subiti dalla squadra di Cesare Prandelli.

Contro il Genoa si rivedono gli stessi uomini di Milano, a partire da Caceres sull'out di destra. L'uruguaiano conferma l'attitudine a proporsi in zona offensiva, facendo quel che può. Che offendere non sia la sua specialità è evidente, e sorge il dubbio che tenere Lirola sempre in panchina sia uno spreco o quantomeno un peccato.

Oltretutto Caceres non è esente da colpe in occasione del gol di Piaça, dove insieme a Milenkovic lascia al croato una prateria per andare. Il serbo, comunque, si riscatta con gli interessi trovando il timbro del pareggio a tempo scaduto. Un gol voluto, testardo, e quantomai fondamentale per evitare una sconfitta che sarebbe stata catastrofica. Chiudiamo la batteria dei centrali con capitan Pezzella, che purtroppo continua ad apparire in evidente difficoltà. Il tacco in piena area nel secondo tempo è il simbolo di una fase di annebbiamento da cui il capitano deve assolutamente uscire il prima possibile. Nel frattempo, perché non provare altre soluzioni?

Passando alla fascia sinistra, troviamo in Biraghi una nota lieta. E' vero, qualche cross lo sbaglia ma a lungo andare risulta uno dei più pericolosi. I suoi palloni nel cuore dell'area avversaria creano sempre apprensione al Genoa, e chissà di cosa staremmo parlando se a riceverli ci fosse un attaccante con un minimo di senso del gol. Anche l'azione del pareggio, inoltre, passa dai suoi piedi.

Infine, come sempre, il giudizio su Dragowski. Subisce gol al primo vero tiro in porta subito, ed è pure sfortunato perché il pallone passa nell'unico spiraglio possibile in mezzo alle sue gambe (e no, non è un errore tecnico). Poco dopo invece riesce a chiudere su Destro con una splendida uscita, evitando il raddoppio del Genoa. Un intervento che alla luce del gol di Milenkovic si rivela decisivo, e aggiunge questo punticino alla lista dei tanti già portati in dote dal portiere alla sua squadra. Perché la verità è questa, e chi non la vede è perché non vuole farlo.


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