I quattro torti gravi che la Fiorentina ritiene di aver subito. L'ultimo sfogo dei dirigenti viola e quelle parole poco apprezzate dai vertici arbitrali

La Fiorentina e gli arbitri, una storia che, recentemente in questa stagione, ha preso una piega non propriamente buona. Il club viola, si legge su La Nazione, ritiene di aver subito quattro torti gravi per valutazioni che l’hanno penalizzata in momenti decisivi: contro l’Inter la mancata espulsione di Dimarco per l’intervento da rigore su Bonaventura e la carica fallosa di Dzeko su Milenkovic nell’azione del quarto gol nerazzurro. Contro il Milan – storia recente – i rimpianti sono per il fallo di Tomori su Ikoné (rigore non fischiato) e i due interventi fallosi di Rebic (il primo contro Duncan, il secondo su Terracciano) nell’azione che ha deciso la partita al 91’.
Ma nessuno dei dirigenti gigliati ha preso la parola dopo questi match. L’ultimo sfogo senza filtri è del 10 settembre, al termine di Bologna-Fiorentina, finita 2-1 per i rossoblu dopo il gol di Arnautovic scaturito a seguito di un contatto molto dubbio fra Quarta e Kasius. Il direttore sportivo Pradè attaccò frontalmente in quella circostanza Orsato e il team del Var con toni che furono apprezzati pochissimo dai vertici arbitrali.