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Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport si legge l'analisi a quella che è stata la partita di ieri sera della Fiorentina contro il Sigma Olomouc, gara valida per la prima giornata di League Phase di Conference League. 

Una partitella

“Non era facile per la Fiorentina dare un senso a questa partita, l'inizio di un'avventura che adesso non trasmette entusiasmo nemmeno al tifoso più caldo, tra avversari improbabili e tanti problemi. La sfida con il debolissimo Sigma Olomouc (ottavo nel campionato della Repubblica Ceca e condizionato anche da assenze pesanti) vale quella che una volta era la partitella del giovedì, in cui si preparava l'incontro successivo di campionato. (…) Anche l'ambiente non aiutava: ottomila spettatori, una curva chiusa per lavori e l'altra per squalifica. Insomma, decadentismo più che rinascimento: ci vogliono pazienza e tanto lavoro, anche perché i materiale a disposizione di Pioli non è eccelso e lo stesso allenatore sembra navigare nel buio non avendo individuato una rotta da seguire, come dimostrano i numerosi cambi tattici”. 

Luci e ombre

“La sfida di ieri lascia qualche buona sensazione, ma pure alcuni dubbi. Le luci: Piccoli ha segnato e ha sfruttato l'occasione per mostrare la sua vivacità. Fazzini ha fatto in mezz'ora più di tanti compagni in tutta la gara. La difesa ha concesso poco e, anche se di fronte non c'erano Mbappé o Haaland, è sempre un aspetto positivo. Le ombre: una su tutte, l'irriconoscibile Fagioli. Sembra involuto, spento, incapace di ritrovare dentro di sé il filo del gioco,. Non sono in discussione le qualità tecniche, ma la capacità di tirarle fuori perché l'apatia dura ormai da troppo tempo. Male anche Dzeko, fuori condizione, e le fasce hanno prodotto poco. In generale si nota come la Fiorentina non abbia certezze e quindi giochi con paura”. 


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