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Un ribaltone nel nome di Domenico Berardi. E un segnale preoccupante nel nome della salvezza. Così leggiamo oggi su La Gazzetta dello Sport. Il Sassuolo si riprende la partita grazie ai cambi di De Zerbi e al suo uomo più rappresentativo. La Fiorentina prima si illude, poi dopo i ganci al mento di Berardi crolla in malo modo, senza un abbozzo di reazione. Deve ancora nuotare nelle torbide acque della lotta per non retrocedere e il tesoretto di punti che la tengono lontana dalla zona caldissima è una consolazione ma non una garanzia. Soprattutto se perde partite come questa, cedendo di testa prima che col gioco. E la società per cercare di ritrovarla manda la squadra in ritiro a tempo indeterminato.

La rosea poi continua sintetizzando il problema della Fiorentina ad una "questione di testa". Più che la sconfitta, appunto, è la situazione psicologica che preoccupa. Davanti a un Sassuolo che ha poco da chiedere al campionato, se non quello di restare la squadra migliore dopo le sette grandi, e che dunque poteva essere rilassato, si è sciolta come il ghiaccio nel bourbon alle prime difficoltà invece di giocare, come si dice, con gli occhi della tigre. La Fiorentina è riuscita a spegnere persino Vlahovic, che in questo periodo è un’iradiddio. C’è da applaudire uno come Ribery, che ha sempre lottato per campionati e coppe e che si sbatte più degli altri (si è visto persino in copertura su Boga). Chapeau al Sassuolo che gioca come se avesse un obiettivo, cartellino giallo alla Viola che ha perso l’ennesima chance di allontanarsi dal burrone.


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