Da Nicolussi Caviglia e Sohm a Dzeko e Piccoli: il bilancio degli acquisti estivi della Fiorentina è impietoso

Quattro mesi sono abbastanza per fare un bilancio di quelli che sono stati gli acquisti del mercato della Fiorentina. Un bilancio che, inevitabilmente, può essere solo negativo. Nelle difficoltà manifestate dalla squadra prima di Pioli e poi di Vanoli, di certo non si sono distinti i nuovi innesti: tra poco minutaggio e prestazioni incolori, ad oggi si può dire che la sessione estiva non ha portato alcun tipo di contributo alla causa viola.
Lamptey, un’operazione fallimentare
Tralasciando Kospo e Lezzerini, il primo aggregato alla Primavera e il secondo chiamato a ricoprire il ruolo di terzo portiere, l’analisi può cominciare comunque da un reparto difensivo dove sono arrivate due nuove pedine. La prima è Mattia Viti che forse, nel complesso, è stato finora uno dei meno disastrosi. Un’alternativa doveva essere e un’alternativa è stata: quando è sceso in campo non è stato esente da errori, ma in linea di massima ha fatto il suo e non è escluso che possa trovare maggiore spazio nella seconda parte di stagione viste le prestazioni non certo eccelse dei suoi compagni di reparto. Non si può invece giudicare il rendimento di Lamptey, infortunatosi gravemente pochi minuti dopo il suo esordio da titolare. Si può casomai giudicare l’operazione che, vista la storia clinica del calciatore e la cifra sborsata, è certamente una delle più insensate e fallimentari dello scorso mercato.
Un centrocampo indebolito
Passando al centrocampo arrivano i dolori. Il riscatto di Fagioli e gli acquisti di Nicolussi Caviglia e Sohm ad oggi non hanno portato i risultati sperati. Il primo ha avuto solo qualche sprazzo, inanellando per il resto prestazioni gravemente insufficienti. L’ex Venezia, invece, ha dimostrato di non avere la personalità per fare la differenza in un reparto nevralgico, e sembra aver perso anche quel quid in più sui calci piazzati che aveva dimostrato di avere in laguna. Che dire poi di Sohm: quel gol bellissimo a Old Trafford aveva illuso un po’ tutti, poi però la realtà s’è manifestata in tutta la sua spietatezza. Un calciatore mai decisivo, a tratti persino scarso tecnicamente, che tolto l’assist per Piccoli a Genova non è mai riuscito a distinguersi. Vanoli avrà sbagliato a dirlo pubblicamente, ma il concetto non potrebbe essere più vero: quando passi da un centrocampo formato da ex Roma, Milan e Lazio a uno composto di calciatori provenienti da Venezia e Parma, la differenza si vede eccome. L'unico a salvarsi in questo reparto, se vogliamo, è Jacopo Fazzini: strana la sua storia, con Pioli che gli dava pochissimo spazio nonostante quando entrava fosse sempre tra i migliori. Ora l'infortunio che lo sta tenendo ai box da un po' di tempo, nella speranza che possa rivelarsi un valore aggiunto quando tornerà.
Dzeko? Un ex calciatore. E Piccoli…
Infine l’attacco, dove la situazione di certo non migliora. Occorre però fare una distinzione tra i due nuovi centravanti della Fiorentina, ossia Dzeko e Piccoli. Non ci sono dubbi, purtroppo, sul fatto che il bosniaco sia ormai un ex calciatore. Si sperava che la sua esperienza potesse rappresentare un fattore per la Fiorentina, invece quello che abbiamo visto in campo è un attaccante in grande difficoltà sul piano fisico e tecnico, lontanissimo dal ricordo che ne avevamo in Italia ma anche dai numeri che aveva collezionato in Turchia. Quanto a Piccoli, è sinceramente presto per bocciarlo ma è chiaro che, attenendosi a ciò che abbiamo visto, anche lui ad oggi rappresenta una delusione. Inadatto a giocare con Kean (ma forse più per “colpa” del numero 20), ma poco incisivo anche quando l’allenatore di turno lo ha schierato da solo. Sulla sua valutazione pesa inevitabilmente la cifra sborsata per acquistarlo dal Cagliari, nella speranza che il tempo possa giustificare una delle operazioni economicamente più importanti della storia recente della Fiorentina.
