Da Moreno a Dzeko: il non necessario regalo stagionale al Napoli, nonché unico richiamo ammissibile a Palladino. L'attuale Fiorentina di Pioli è un caos inaccettabile

Certo, inserire Mati Moreno e Edin Dzeko nella stessa frase appare come una bestemmia calcistica e in effetti lo è. Se non fosse che in due stagioni consecutive hanno avuto il ‘torto’ di rappresentare il regalo da parte del tecnico viola di turno al Napoli. Che ne ha approfittato per dilagare senza pietà: 3-0 a gennaio, 3-1 sabato (ma poteva finire ben più drammaticamente). Un regalo non necessario a chi si presenta con McTominay, Anguissa e De Bruyne tutti insieme, oltre a tutto il resto.
Ecco, agli amanti del richiamo al tecnico precedente, secondo la filosofia dell'erba del vicino, sempre più verde, questo è l'unico riferimento concedibile: così come Palladino, anche Pioli ha voluto regalare un uomo alla squadra campione d'Italia. Il fuoriclasse bosniaco porta con sé l'onta di aver già compiuto i 39 anni e di poter forse interpretare il ruolo del trequartista per impossibilità nel giocare come faceva durante la sua carriera (quella da fuoriclasse vero, si intende), non certo per reinvenzioni tattiche.
Ma sottolineato ulteriormente quanto paragonare i tecnici sia esercizio prematuro e inutile, l'avvio in termini di caos ha delle sinistre somiglianze. Solo che stavolta la rosa c'era e da quasi un mese prima di inizio campionato: in sessanta giorni non si è ancora costruito nulla, perché Pioli continua a cambiare uomini e anche disposizioni, con la sensazione che di Fagioli non si sappia bene cosa farsene mentre prima di provare Fazzini, sono stati dati minuti a soggetti ininfluenti. E a settembre inoltrato la scusa delle gambe pesanti non regge più. Il dramma è che la sosta non ha portato consiglio ed ora si entra nel frullatore: di positivo se non altro c'è che peggio del nulla visto finora, la Fiorentina non può fare.