Dopo un'estate tormentata, in cui a un certo punto sembrava addirittura doversene andare in Inghilterra, Bartlomiej Dragowski è rimasto alla Fiorentina. E la società ha puntato forte su di lui, "sbolognando" la delusione Lafont. E affidandosi a un portiere che nei sei mesi precedenti, a Empoli, aveva assunto le sembianze di Superman. Opinione comune, il fatto che Firenze fosse una piazza completamente diversa e che Dragowski si sarebbe dovuto confermare a un livello decisamente più alto. A questo punto, con il 2019 quasi alle spalle e una buona parte di campionato volata via, è dunque opportuno fare un bilancio.



 

Dragowski era partito male, con quel gol subito da Mertens alla prima giornata che aveva fatto storcere il naso a molti. Non migliore la trasferta di Genova, dove appare poco reattivo sui gol di Zapata e soprattutto di Kouamè (minuto 1:56 del video sotto). Ecco, quest'ultima tipologia di situazione sembra essere il tallone d'Achille del portiere polacco. Il tiro rasoterra, anche se non troppo angolato, lo vede spesso andar giù con lentezza e poca spinta, come successo anche sui gol di Ansaldi a Torino e Pellegrini in casa con la Roma.



Ma per fortuna, gli aspetti negativi finiscono qui. Perché tolto quanto scritto sopra e magari qualche imprecisione qua e là (ricordiamo che Dragowski ha pur sempre 22 anni), il portiere viola ha più che altro portato punti alla sua squadra. La parata in avvio contro la Sampdoria, il riflesso su Lasagna con l'Udinese, il miracolo straordinario sul colpo di testa di Lukaku (minuto 1:51 del video sotto). Se a questi interventi si aggiungono tutti quelli che poi sono stati inutili ai fini del risultato (per esempio contro il Verona) ne esce sicuramente un quadro confortante.

https://www.youtube.com/watch?v=1gHxR_DPH7g

Insomma, in mezzo a tutte le difficoltà di questo inizio di stagione, la Fiorentina ha una certezza almeno tra i pali. Gli errori ci sono stati e ci saranno, ma Dragowski si farà. Quel look quasi hipster, quel pizzico di follia, quella sfrontatezza nonostante la giovane età. Il tempo è dalla parte del portiere polacco, e alla società viola non resta che aspettare e avere fiducia. Perché se i predecessori di Dragowski apparivano troppo vulnerabili, stavolta le basi sono decisamente solide.


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