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Il giornalista Enzo Bucchioni, vicino alle vicende di casa Fiorentina, ha scritto su La Gazzetta dello Sport di questa mattina il suo pensiero sulla stagione viola che si sta per aprire. Questi alcuni degli estratti del suo articolo sulla rosea.

Il ritorno di Pioli

"In principio fu Italiano, poi toccò a Palladino, ora è la volta di Stefano Pioli. “Non c’è due senza tre”, anche un vecchio proverbio caro ai boomer ci può aiutare in questo nostro percorso dell’anima calcistica verso la Conference League. Pioli è il terzo allenatore consecutivo che arriva alla Fiorentina e si sente dire «devi farci vincere questa benedetta coppa», un desiderio legittimo diventato con il passare degli anni un qualcosa a metà fra l’auspicio, l’ossessione e l’obbligo. Diciamolo: a Firenze c’è da sfatare un tabù chiamato Conference League". 

Pensare positivo

“I tifosi viola non hanno tutti i torti, nelle ultime tre stagioni la Fiorentina con Italiano è arrivata due volte in finale contro West Ham e Olympiacos e una in semifinale con Palladino, eliminata dal Betis Siviglia. Questa coppa l’ha onorata come nessuna altra squadra, sarebbe anche arrivato il momento di andare oltre. È l’anno buono? Tutto ci porta a pensare positivo. Di sicuro la Conference è diventata il primo grande obiettivo per almeno due buone ragioni, una sportiva e l’altra emozionale, che poi vanno necessariamente a fondersi”. 

Un ritorno per la coppa

“Al netto di tutto il ferro da toccare e di altri scongiuri del genere da fare, tornando a Pioli, l’allenatore queste cose le sa perfettamente, ha l’esperienza necessaria, conosce bene l’ambiente e non si è mai tirato indietro. Ha voglia di impresa. La missione non è facile ovviamente, ma neppure impossibile. Anzi, l’obiettivo lo ha condiviso con il presidente Rocco Commisso. È tornato per provare a riportare la Fiorentina a vincere, ha lasciato il calcio dorato degli arabi per ritrovare l’adrenalina delle grandi sfide. E questa per lui, che alla Fiorentina c’è già stato da giocatore e da allenatore, è la sfida delle sfide”. 

Un'ossatura da Champions

"Quest’anno non ci sono favorite come poteva essere il Chelsea nell’ultima stagione. Guarda caso, poi ha vinto. Le avversarie più forti si possono chiamare Crystal Palace, Besiktas, Rayo Vallecano, Shakhtar, Mainz o Strasburgo. Niente più. La Fiorentina invece riparte da un’ossatura di livello assoluto. Gente come Kean, De Gea, Gudmundsson, Gosens, Dzeko, Fagioli, Dodò e Pongracic non è facile trovarla sui campi della Conference. E senza esagerare, a volte anche in alcune squadre di Champions League. Quest’anno in più ci sarà il gioco. Pioli sta lavorando su un’identità tattica nuova, una personalità e un calcio più moderni, più europei se volete, e anche se il percorso è appena cominciato, giocare da squadra può diventare un valore aggiunto. Con questi principi Pioli ha portato il Milan a vincere uno scudetto e a giocarsi contro l’Inter una finale di Champions".


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