Il doppio filo che lega Fagioli e Gudmundsson alle sorti della Fiorentina: ma quale salto di qualità se il talento non incide?

Sì bravo Ndour, bel gol, encomiabile Mandragora che da mesi sta trovando la via del gol con una frequenza insospettabile, e poi a corrente alternata Ranieri, Dodo, Marì, Pongracic e compagnia… per ogni squadra che si rispetti è importante avere dei gregari che diano il loro contributo ma per il salto di qualità servono quelli “diversi”. E i diversi su cui ha puntato tutte le fiches delle ultime estati la Fiorentina si chiamano Albert Gudmundsson e Nicolò Fagioli.
Poca traccia
C'è poco da girarci intorno, le ambizioni presunte e sbandierate dipendevano (e dipendono) quasi tutte da loro e dalla capacità di aggiunta a certezze già acquisite come De Gea, Kean e Gosens. Il problema è che, non solo ad oggi, di Fagioli e Gud c'è poca traccia ma anche i punti fermi stanno barcollando. Ed eccoci allora in attesa della prima vittoria a ottobre inoltrato.
Misteri anche a livello tattico
Difficile capire quale possa essere il percorso migliore per il centrocampista, rimasto fuori nelle ultime gare e rispolverato senza frutti contro il Sigma. Entrambi restano misteri anche a livello tattico, vittime di idee tradizionalmente poco chiare quando si va a comprare un giocatore. Ma volente o nolente, la Fiorentina resta vincolata a questo doppio filo per poter davvero puntare a qualcos'altro.