​​

Paolo Vanoli
Paolo Vanoli. Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Scene eroiche al Gewiss Stadium, quasi di ritrovata fraternità tra un gruppo che ha paura anche della sua ombra e gli stoici occupanti del settore ospiti di ieri: Edin Dzeko con il megafono in mano, come si vede solo nelle migliori occasioni di festeggiamento. E invece da festeggiare non c'è proprio nulla. Tutto molto bello: il grande campione che fa scudo al resto della rosa e ci mette la faccia, Vanoli quasi rapito dalla leadership del bosniaco. 

Sì ma, oltre la poesia, la Fiorentina quando pensa di iniziarlo il suo campionato? Perché quello che la attende è un mese thrilling, fatto di scontri diretti che realmente non si possono sbagliare. E il marchio di Vanoli? Perché fin qui si sta continuando a vedere la Fiorentina di Pioli, negli uomini e nell'atteggiamento. E quindi nei risultati.

Una difesa a tre che pare intoccabile, inscalfibile, impermeabile a qualunque inondazione: non ci si muove dal trio Pongracic, Pablo Marì, Ranieri, quasi a ritenere la seconda peggior difesa della Serie A uno dei pochi capisaldi da non buttare. Uno schieramento che continua a fare danni ed evidenziare l'inadeguatezza degli interpreti. Difficile pensare di non poter vedere altro. Finito il ciclo di partite difficili, ora si arriva al dunque e sarà anche l'ora di cominciare smontare questo teatro dell'orrido.


💬 Commenti (1)