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L'attaccante del Mlada Boleslav Martin Graiciar, attaccante ancora sotto contratto con la Fiorentina, quest'oggi ha rilasciato una lunga intervista al portale sportivo ceco Wn24.cz dove ha avuto modo di commentare la sua carriera: dal provino all'Arsenal all'approdo a Firenze. Queste le sue parole: "Il breve stage all'Arsenal è una esperienza che ricorderò per tutta la vita. Andai lì a 14 anni, giocai anche una partita e segnai una tripletta. Quando avevo 16 anni dovevo trasferirmi lì, ma mi infortunai e non se ne fece di niente. L'approdo alla Fiorentina? Ho vissuto a Firenze, per ogni ragazzo è difficile inserirsi in un altro Paese. Difficile imparare la lingua, integrarti. Ma è stata un’ottima esperienza, anche se complicata. A fine stagione dovrei tornare alla Fiorentina , vedremo come si metteranno le cose. Non so se andrò in ritiro o in prestito da qualche altra parte. Ora anche con il Covid non posso dire cosa succederà. Ribery, Callejon, Kokorin e gli altri viola? Sono grandi giocatori, sarebbe una grande motivazione e una grande esperienza allenarmi con loro. Vedremo. Del resto c’è molta concorrenza, come dappertutto. Il mio Futuro? Al momento non ne ho idea. L’importante è trovare un posto dove poter avere continuità, sistemarmi a lungo. Non voglio sempre andare da una squadra all’altra, ma restare da qualche parte per 2-3 anni. Meglio all’estero, ovviamente, ma soprattutto in qualche squadra dove potrò giocare. Il mio sogno sarebbe l’Inghilterra, tifo per il Chelsea, ma la strada è ancora lunga. Anche la Germaniasarebbe l’ideale, vicina a noi. Mentre Italia o Spagna sono culture diverse, anche a livello umano lontane da noi. Tre anni fa ero stato inserito nella lista della Uefa tra i giovani emergenti, con gente come Sancho e de Ligt . Se c’è possibilità di recuperare il tempo perduto? Mai dire mai. La speranza c’è sempre. Questi giocatori sono stati anche un po’ fortunati ad essere stati nelle giovanili migliori, nei Paesi più sviluppati e con maggiori opportunità per il loro talento. Io ho tanto duro lavoro da fare, ma l’importante alla mia età è giocare, giocare e giocare”.


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