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Domenica, nella gara più delicata della sua carriera, non solo del suo ritorno a Firenze, il tecnico viola non può non ripensare a quel 20 ottobre di sei anni fa. Dopo una stagione da rivelazione, la sua Fiorentina viaggiava nei piani alti della classifica ma dovette scontrarsi col destino. Quello che si accanì su Mario Gomez, il grande colpo dell’estate 2013. Il tedesco si infortunò subito ma Montella riuscì a tenere unito il gruppo e svoltò la stagione proprio in quel pomeriggio indimenticabile del Franchi. Sotto di due reti a fine primo tempo ( Tevez e Pogba) l’allenatore non perse la lucidità. Nella ripresa cambiò il volto alla Fiorentina con Mati Fernandez e Joaquin. In quindici minuti, i viola e uno straordinario Rossi ribaltarono tutto e consegnarono alla storia una delle gare più pazze e belle di sempre. Quella fu l’unica volta che Montella è riuscito a battere Conte. Chissà se in questi giorni Montella avrà riguardato quei 90’ che cambiarono il corso del suo destino e lanciarono i viola, senza Gomez e poche settimane dopo anche senza l’infortunato Rossi, al quarto posto. Più forti di tutto e di tutti, merito di un gruppo capace di andare al di là dei propri limiti. Proprio quello che vorrebbe accadesse domenica sera. A riportarlo è La Repubblica.


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