Servivano le assenze per vedere una formazione con tutti nel proprio ruolo?

La partita di Coppa Italia vinta per due a zero della Fiorentina contro il Cittadella, ha evidenziato una formazione titolare con tutti i calciatori nel proprio ruolo: cosa non banale, visti gli ultimi 3-5-2 fatti più da insicurezze/certezze di Vincenzo Montella che da una disposizione dove ogni singolo giocatore rende al meglio.
Il 4-3-3 visto coi veneti ha mostrato Venuti terzino destro, Milenkovic e Ranieri centrali, Dalbert terzino sinistro: la difesa, obiettivamente, l’avevamo già vista schierata così; ma è dalla cintola in su che le posizioni occupate sono calzate a pennello per tutti gli interpreti. Pulgar finalmente regista con Castrovilli accanto e soprattutto Benassi, che ha tanti difetti ma la sua importanza in zona gol, come dimostra il titolo di capocannoniere della squadra nel campionato scorso, è fondamentale. Davanti, visti gli infortuni di Ribery, Boateng e Chiesa, si è riproposto il tridente, ma non appunto con l’ex Sassuolo centravanti, bensì con un attaccante vero come Vlahovic, sostenuto dalle mezze punte Sottil e Ghezzal, che rientravano sul piede forte per cercare la conclusione, non a fare gli esterni tutta fascia.
Nessun Lirola quinto; nessun Badelj, titolarissimo e vera delusione della stagione, che relega Pulgar interno; nessun Franck a trenta metri dalla porta a fare il regista offensivo per Chiesa, che non sa come muoversi nel ruolo di attaccante, o per Dusan, troppo isolato e con pochi rifornimenti; nessun Boateng, un ibrido senza reale consistenza per giocare nel reparto offensivo.
Prima dell’espulsione di Venuti, aldilà della partenza contratta, la Fiorentina ha giocato in modo sciolto ed è arrivata con molta più pericolosità alla conclusione; la caratura dell’avversario non c’entra, visti gli zero gol in tre partite contro le neopromosse. L’augurio è che in queste ultime tre partite della stagione, seppur sulla carta complicatissime, possano convincere Montella a proseguire con le intenzioni di fare delle scelte tanto semplici (mettere i calciatori nei rispettivi ruoli dovrebbe essere la norma per un allenatore), quanto coraggiose (non è facile per un tecnico smussare i propri angoli e spostarsi dalle sue certezze): aeroplanino, vedi di non fallire.
GIACOMO TRAMBUSTI