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Commisso Fiorentina
Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

La Fiorentina perde ancora in campionato e la classifica si fa davvero preoccupante: adesso è terz’ultima insieme al Verona. FiorentinaNews.com, per fare il punto della situazione, ha interpellato Claudio Nassi, ex calciatore ed ex dirigente sportivo, che ha lavorato come direttore generale della formazione viola negli anni Ottanta.

Iniziamo dalla partita contro la Roma. La Fiorentina avrebbe meritato un risultato diverso?

“La partita con la Roma era difficilissima. Quando si viene da una serie negativa, si esce da questa non pensando di vincere, ma pensando di non perdere. La gara andava presa con le pinze, per vincere bisognava aver paura di perdere. Una volta in vantaggio, invece, qualcosa non ha funzionato proprio perché non si aveva in mente quello che ho detto”.

È comunque Pioli la persona migliore per far uscire dalla crisi la Viola?

“La Fiorentina ha un grande problema. Le manca la persona più importante che c’è nel calcio: il presidente. Commisso è una bravissima persona, io lo rispetto, ma se sta più tempo in America che a Firenze le cose non funzioneranno mai. Pioli, per questo motivo, è solo, invece dovrebbe essere supportato. Va sempre puntellato un allenatore, altrimenti è costretto a convivere con i dubbi. Senza essere sostenuta dal suo presidente, per la Fiorentina non è semplice”. 

La Curva Fiesole ha ribadito la necessità di rimuovere Pradè. Può essere lui il principale responsabile di quest’inizio di stagione difficilissimo?

“Parlare da fuori è troppo facile, tante cose non vanno bene, non sono andate bene nella sua gestione, ma per giudicare dovremmo essere al suo interno. Pradè arrivò da Udine e non portò De Paul. Non lo prese perché fece un’offerta da 26 milioni, a differenza dei 35 che venivano richiesti. Ci rimasi molto male, ma non lo conosco così tanto da poterlo giudicare. Il suo compito è difficile senza il presidente accanto. Torniamo sempre lì. La Fiorentina non è una società di provincia, ma è una delle più importanti d’Europa e come tale va amministrata”.

Con la Roma si è rivisto un Kean in crescita. Meglio da solo o insieme a Piccoli davanti?

“I giocatori forti, e Kean lo è, possono giocare da soli o insieme ad altri attaccanti. È ininfluente assolutamente. Kean è un top player, con qualunque assetto può fare grandi cose”. 

Forse per uscire dalla crisi servirebbe anche rimuovere temporaneamente qualche senatore che non sta rendendo, come Gudmundsson, Gosens o Dodô?

“Il principale problema è sempre psicologico. Bisogna parlarci a quattr’occhi con questi ragazzi, facendogli uscire il malessere che hanno dentro. E poi portiamoli negli ospedali per far loro capire quanto siano fortunati nelle loro vite. Così magari intendono anche cosa significa giocare a pallone”.


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