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Un attaccante formidabile, tra i più forti se non il più forte ad aver vestito la maglia della Fiorentina. Ma com'era Gabriel Omar Batistuta fuori dal campo? A tal proposito Mauro Bressan, ex viola, ha rivelato un aneddoto a DoppioPasso Podcast: "L’ho vissuto un solo anno, prima che andasse alla Roma a vincere lo scudetto. Non stava benissimo nei primi mesi e io rimasi un po’ deluso, ma nel girone di ritorno si riprese e diventò un mostro. Palla a lui significava palla in rete, ma quello che voglio raccontarvi è com’era Batistuta fuori dal campo. Gira voce che lui fosse molto tirchio, questo non lo so però vi racconto un aneddoto: Fiorentina-Venezia, vinciamo e io gli faccio l’assist per il gol che gli permise di superare Hamrin nei marcatori all time della Fiorentina. Ci aspettavamo che offrisse una cena, invece niente, festeggiò da solo. Quella stessa domenica Cristiano Lucarelli, che allora era al Lecce, superò l’obiettivo di gol che gli aveva dato il presidente (che gli regalò una Ferrari) e il giorno dopo regalò un orologio a tutti i suoi compagni. Questo per dire che da Bati mi sarei aspettato qualcosa, ma anche solo una cena o un grazie, perché in fin dei conti tutti quei gol li aveva fatti anche grazie a noi. Mi è sempre rimasta un po’ questa sensazione del Batistuta uomo, era un capitano molto diverso rispetto a Rui Costa, che invece secondo me aveva il comportamento del vero capitano anche fuori dal campo”. 

“Ero sicuro che Adani sarebbe diventato opinionista” 

Poi Bressan ha parlato anche della sua amicizia con Daniele Adani: "Con lui e Rossitto alla Fiorentina avevamo fatto una bella comunella, eravamo sempre insieme anche fuori dal campo. Vi racconto un aneddoto: finite le partite, i calciatori tornavano nell’hotel del ritiro e prendevano le loro cose per tornare a casa. Noi tre invece spesso rimanevamo in hotel, prendevamo anche una camera, e parlavamo di calcio per ore e ore fino a tarda notte. Adani può piacere o non piacere, però non mi sorprende che sia diventato un’opinionista perché già allora si vedeva che era predisposto per fare quello che fa adesso”.

“Trapattoni aveva il terrore degli infortuni”

Infine una curiosità su Trapattoni: "Lui si allenava con noi. Lo ricordo benissimo, lui cominciava a correre prima dell’allenamento insieme a noi, si metteva davanti e ci diceva di andare piano perché altrimenti non teneva il passo. Ci diceva che l’importante era correre la domenica ma, a parte questo aneddoto simpatico, in generale lui aveva il terrore che i calciatori si facessero male in allenamento. Ci chiedeva di non andare troppo forte perché se qualcuno si infortunava in allenamento per lui era una tragedia”.


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