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Pioli Fiorentina
Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Il gioco è tornato a Firenze? Decisamente presto per dirlo, ma quanta voglia c'era anche soltanto di constatare che la Fiorentina non è solo lanci lunghi per Kean? La scorsa stagione ci ha regalato vittorie incredibili, contro quasi tutte le big, un filetto forse irripetibile in un unico campionato. Ma il grande cruccio di Palladino, dall'inizio alla fine, è stata proprio la mancanza di un'identità, di un qualcosa che andasse oltre l'affidarsi alle giocate del nostro formidabile centravanti.

Pressing e combinazioni

Con Pioli, pur solo in delle amichevoli estive, si è rivisto qualcosa. Si sono rivisti l'atteggiamento, l'aggressività, la voglia di prendere alto l'avversario e di provare a imporre il proprio gioco, non solo subirlo. Si sono viste, specialmente contro lo United, anche delle buone trame nello stretto, combinazioni ad alto tasso tecnico, la fantasia finalmente emersa dalla testa e dai piedi di chi ne ha da vendere. 

L'impronta di Pioli

Imperativo: non farsi prendere dall'entusiasmo. Si sa che le amichevoli estive non possono costituire un banco di prova definitivo, ma conviene pur sempre trarne gli spunti positivi. Ecco, l'atteggiamento della Fiorentina di Pioli lo è: la migliore condizione è ancora lontana, in certi reparti mancano ancora degli innesti, ma l'impronta dell'allenatore comincia già a vedersi. Dopo la scorsa stagione, scusate se è poco. 


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