Cinque vittorie consecutive in campionato, nove gol fatti, uno subito. E’ tutto qui, in questi semplici numeri, il segreto della rinascita della Fiorentina.

Già, perché proprio di rinascita si può e si deve parlare. Italiano ha blindato la difesa, ha insistito su Cabral, ha ritrovato qualità grazie a Bonaventura, al rientro di Castrovilli, alla crescita esponenziale di calciatori come Mandragora. Oggi la Fiorentina è tornata in campionato dove doveva stare. Questa è la giusta classifica, questo il vero valore di una squadra che poteva (e non lo è stata a parer nostro) essere rinforzata, ma che rimane superiore a tutte le formazioni che oggi le stanno dietro.

La differenza dallo scorso anno? Sicuramente le coppe che hanno pesato come un macigno a livello di energie, di esperienza, di attitudine alle tre gare in una settimana. Lo scorso anno le faceva l’Atalanta e la Fiorentina no. Questo anno le fa la Fiorentina e l’Atalanta no. Lo scorso anno arrivarono davanti i viola, quest’anno probabilmente in nerazzurri. Ma i valori rimangono pressoché gli stessi. Con una differenza, al momento: che i viola hanno la concreta possibilità di giocarsi una, forse due finali. E di conseguenza di vincere una, forse due coppe. O quantomeno di divertirsi fino alla fine, provando ad entrare nella storia.

Sembrava impossibile fino a qualche settimana fa e non ammetterlo sarebbe ipocrita. Il calcio riserva spesso sorprese e questa annata, più di altre, ci insegna che occorre sempre avere maggiore equilibrio, maggiore calma, maggiore pazienza prima di dare giudizi trancianti. Chi scrive, ad esempio, non è stato esente dal criticare scelte, acquisti, comportamenti di questa società. Alle volte a ragione, altre volte evidentemente sbagliando. Provando a commentare i momenti, il presente, cercando però sempre di non gettare il bambino assieme all’acqua sporca.

E quel bambino si chiama Vincenzo Italiano, troppo, troppo criticato. Allenatore emergente che sicuramente ha sbagliato qualcosa nel momento più critico e difficile della stagione, ma che ha anche avuto e dimostrato grandi qualità riuscendo ad uscirne, a testa alta. Lavorando sugli errori, sulle lacune, anche su se stesso. E oggi, lo ripetiamo (anche se è più semplice farlo adesso e il vagone è nuovamente carico di persone), Italiano è il miglior allenatore che questa squadra, questa piazza, questa proprietà possa avere. Giovane, esuberante, grintoso, ambizioso. C’è tanto del suo in questa rinascita, c’è tanta passione quando un po' per tutti era più facile mollare, rinunciare.

Sono passate una manciata di settimane da quando, per molti, era addirittura da esonerare, da cambiare, non da Fiorentina. Oggi invece è ancora li e la speranza è che ci rimanga per molto tempo ancora. Perché se continuerà così, se la Fiorentina vincerà addirittura qualcosa, allora le sirene tentatrici torneranno. Ma anche in questo caso, meglio pensare all’oggi. Prima vinciamo e poi si vedrà. Oggi è tornato tutto possibile e questa è la cosa più bella. L’unica a cui vale la pena pensare.

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