Kean e la Fiorentina non sono fatti per giocare con due attaccanti. E se un acquisto da 27 milioni resta in panchina ce ne faremo una ragione
Due punte, una punta e una seconda punta, una punta e un trequartista: chi più ne ha più ne metta, ma soprattutto chi pensa di avere la soluzione lo dica subito. Perché al momento, nel reparto offensivo della Fiorentina, la soluzione sembra davvero impossibile da trovare. Tra Pioli e Vanoli le si sono provate un po' tutte: Kean da solo, Kean con Gudmundsson, Kean con Piccoli, Kean con Dzeko, ma nessuna di queste combinazioni ha portato i risultati sperati.
Un Kean irriconoscibile
Spicca ovviamente la differenza di rendimento di Kean rispetto alla scorsa stagione. Le responsabilità sono sue, ma inevitabilmente anche d'una squadra che fatica a creare gioco e, a differenza della gestione Palladino, non è più totalmente al suo servizio. E poi Kean, insieme a un'altra punta, non ci sa proprio giocare: emblematico il finale di Fiorentina-AEK Atene, quando più volte ha finito per pestarsi i piedi con Dzeko. E con Piccoli, a Bergamo e non solo, non è andata meglio.
Provaci ancora Gud
Giusto allora ritentare la strada del partner leggero, quel Gudmundsson che a sua volta finora ha solo deluso, ma che rappresenta pur sempre il giocatore di maggiore qualità in quel reparto. Solo dando continuità a questa coppia si può capire se rappresenta la giusta soluzione, contando comunque d'avere un Fazzini pronto a subentrare. Una cosa è certa: Kean, e in generale la Fiorentina, non sono fatti per giocare con due attaccanti. E se un acquisto da 27 milioni resta in panchina, francamente, ce ne faremo una ragione.


