Quel "meriggiare pallido e assorto" dal quale la Fiorentina sembra essersi destata: le nuove consapevolezze

Se c’è una caratteristica che ha contraddistinto questa prima parte di stagione tutt’altro che indimenticabile della Fiorentina è stata senza dubbio la tendenza nel temporeggiare su alcune decisioni, e accumulando e trascinandosi dietro di conseguenza una serie di problematiche che la società sta provando a risolvere. Ovviamente il discorso è riferito a tutto il contesto viola in generale, sia tecnico che direttivo, e le ripercussioni sono testimoniante da una classifica in campionato che purtroppo fa rabbrividire e da tante prove in campo per niente all’altezza del livello della squadra.
Il tempo sospeso vissuto dalla Fiorentina
Approfondendo la questione potremmo elencare in ordine la scelta procrastinata a novembre di esonerare il tecnico Stefano Pioli, quando non aveva mai mostrato di controllare completamente le redini della squadra. Possiamo aggiungere anche la scelta mai applicata prima di domenica contro l’Udinese, anche da parte dell’attuale allenatore Paolo Vanoli, di provare a cambiare qualcosa nello schieramento in campo. E, senza dover per forza aumentare i punti di questa lista, citiamo anche il temporeggiare nella ricerca di una nuova figura dirigenziale esperta dopo le dimissioni di Daniele Pradè.
Mettendola su un piano letterario, potremmo dire che la Fiorentina sia stata, per buona parte di questi mesi, intenta in un “meriggiare pallido e assorto”, espressione usata da Eugenio Montale nella sua poesia contenuta nella raccolta ‘Ossi di seppia’ per definire il trascorrere delle ore più calde del pomeriggio in uno stato di torpore e inerzia.
Una ventata di novità per gettare nuove basi
Il significato del componimento del poeta ligure è ovviamente incentrato su tematiche molto più profonde e di elevata sensibilità, ma lo stato di immobilismo e temporeggiamento in cui la Fiorentina si è trovata è stato tangibile da tutto l’ambiente viola. Adesso però, dopo domenica qualcosa potrebbe essere cambiato: la squadra e la società avevano forse bisogno di nuove consapevolezze e stimoli che una vittoria importante come quella contro l’Udinese ha potuto dare. E forse anche a livello di modulo e di tattica, come si è visto, è cambiato qualcosa dando i suoi frutti. I prossimi giorni, con le partite a cavallo delle feste natalizie e l’arrivo di una ventata di novità e di esperienza che porterà con sé il nuovo dirigente Fabio Paratici, saranno fondamentali per una Fiorentina che sembra finalmente essersi convinta a dare una sterzata e rimettersi in careggiata una volta per tutte.


