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Intervenuto a DoppioPasso Podcast, l'ex calciatore della Fiorentina Mauro Bressan ha parlato del momento storico che sta attraversando il club viola: "Da tifoso viola preferirei che la Fiorentina andasse in Champions. Un trofeo è sempre un trofeo, ma andare in Champions consentirebbe di fare quell’upgrade che attira anche i grandi giocatori e di conseguenza di stabilizzarsi a un livello più alto. Allo stato attuale la Fiorentina è una squadra in cui i calciatori sicuramente vanno con gioia, ma perché magari non hanno offerte da squadre che fanno la Champions. Sulle finali perso credo subentri molto il caso, le finali di Conference forse potevano essere gestite meglio e comunque in certe partite servono calciatori esperti e decisivi che forse la Fiorentina non aveva. Con l’Olympiakos mi aspettavo una vittoria facile, non mi sarei mai aspettato quella sconfitta”.

“Terim mi ha cambiato la carriera” 

Poi Bressan ha parlato degli allenatori che ha avuto, cominciando da Fatih Terim: "E' stato l’allenatore che è riuscito a farmi tirare fuori il massimo, quando parlo di lui mi emoziono sempre. Devo essere sincero, la preparazione con lui non era il massimo: facemmo un ritiro in un centro benessere in Austria, ogni due giorni d’allenamento ce n’era uno di riposo, e il mister pretendeva sempre e solo hotel che ci dessero tutti i confort. Non esattamente il concetto di ritiro che un calciatore ha in mento, mettiamola così. Però a livello di prepartita e partita, come Terim non c’era nessuno. Quando ti guardava prima di andare in campo, aveva degli occhi magnetici che ti spingevano a performare. Non parlava tantissimo italiano, ma fece passare il messaggio che noi eravamo la Fiorentina ed eravamo più forti dell’avversario. Era un allenatore super carismatico”. 

“Mancini un predestinato”

Su Roberto Mancini: "Arrivò dopo Terim ed era alla primissima esperienza a quei livelli, era ancora tanto giocatore ma si vedeva benissimo che aveva personalità e che avrebbe fatto una grande carriera da allenatore. Grazie a Terim siamo arrivati in finale di Coppa Italia, poi la vincemmo con Mancini ma il merito era ovviamente da condividere. Magari a tanti Mancini non è simpatico, ha un carattere particolare, ma era chiaro dove sarebbe dovuto arrivare, e infatti ce l’ha fatta”.


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