Con la vittoria sulla Cremonese, i successi di fila della Fiorentina di Vincenzo Italiano sono arrivati a cinque in tutte le competizioni. Un momento sicuramente felice per una squadra che in questa stagione aveva già sperimentato un periodo così favorevole. La testa va a quel lasso di tempo fra ottobre e novembre 2022, quando i Viola riuscirono ad infilare altrettante cinque vittorie consecutive.

Un caso (quasi) unico all’interno di un’annata che ha visto tanti momenti di fragilità. Pensiamo alle settimane subito successive alla qualificazione ai gironi di Conference League o ancora al rientro dalla sosta per il Mondiale. Dei veri e propri ‘periodi NO’ in cui la Fiorentina sembrava smarrita e alla disperata ricerca di sé stessa. E la depressione che aleggiava intorno all’ambiente era palpabile come l’entusiasmo frenetico che sta accompagnando le ultime uscite.

Un po’ come la tifoseria fiorentina, nevrotica e tendente all’autolesionismo quando le cose vanno male, anche la squadra è stata influenzata da questo mood. Una Fiorentina che va quindi a fiammate, come quella che adesso sta viaggiando a ritmi “europei”, vincendo tutte le partite, soffrendo meno e soprattutto trovando la via del gol con maggiore serenità. Lo dimostrano sì la facilità delle reti di Cabral, ma anche l’evoluzione di Dodo, un giocatore che fino a poco tempo fa era stato ampiamente messo in discussione. Anche per il costo del suo cartellino. Come detto in precedenza, cinque successi consecutivi sono già arrivati nell’era Italiano. Un motivo in più per andare a caccia del sesto nella trasferta di domani (in cui, comunque, potrebbe bastare anche un pareggio).

Dulcis in fundo, è difficile prevedere l’andamento futuro di questa squadra, che così come ha ritrovato la forma, e lo spirito, non è detto che non possa riperderli da qui alla fine dei giochi. Nella speranza che ciò non succeda e che Italiano e il suo gruppo riescano a dare – ulteriore - continuità a questo filotto, la Fiorentina non può certo pensare di alleggerire la presa. Perché tra un campionato con un senso ritrovato, una Coppa (europea) alla portata e un’altra (nazionale) con vista sulla finale, adagiarsi sugli allori potrebbe costituire il più grande spreco di una stagione che tutto a un tratto si è rimessa in piedi da sola.

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