Tutti devono dei chiarimenti. Commisso, con il suo comunicato post partita, ha fatto capire di non essere contento. E ha messo in rilievo quello che sostentiamo da un po’: non è felicissimo di certe prestazioni, questo da un po’ di tempo a questa parte. Il riferimento ai primi quarantacinque minuti, delle ultime partite, non è un caso. Questa Fiorentina, nelle ultime gare, sembra involuta e ciò non può essere dovuto soltanto alla prolungata assenza di Ribery che, evidentemente, anche dal punto di vista della personalità, ha un grande ascendente in questo gruppo, nemmeno agli infortunati, nemmeno ai tanti giovani impiegati. Tanto più che l’ultima è una scelta.

Ma i giovani devono saper vincere, come i grandi. Giusto che giochino quelli pronti, quelli forti, come sta accadendo. La verità è che questa Fiorentina, costruita in fretta per necessità, ha tante lacune. Soprattutto in mezzo al campo dove Badelj, su tutti, è in questo momento impresentabile. Ma non esistono alternative. Ecco che a gennaio, per forza di cose, lì si dovrà intervenire.

Adesso il momento si fa difficile, perché la prossima trasferta, a Verona, senza Castrovilli e Pulgar, si preannuncia delicatissima. Tornerà il francese, è vero, ma occorrerà una Fiorentina diversa soprattutto dal punto di vista dell’atteggiamento. Perché se non ci saranno risposte, in questo senso, allora anche la posizione dell’allenatore potrebbe diventare pericolante. Troppi dubbi tattici, troppa discontinuità, ma soprattutto una squadra che sta peggiorando invece che migliorando. E’ questo l’aspetto che preoccupa di più. Vero che non ci sono obiettivi, che questa è stata definita un'annata di transizione, ma Commisso vuole vedere una squadra che combatte su tutti i palloni, che rimane in partita fino alla fine, che non fa figuracce come quella di Cagliari. Perché, con tutto il rispetto per la squadra di Maran, prendere cinque gol (che potevano essere dieci), non è tollerabile.

I migliori di questa Fiorentina, i cosiddetti leader come Chiesa, Badelj e Pezzella devono dare tanto, tanto di più. Ma anche gli ultimi acquisti come Pulgar e Lirola, irriconoscibili in terra sarda. Altrimenti, davvero, la posizione dell’allenatore diventerebbe in discussione già prima di Natale. Spalletti, Gattuso, inutile fare nomi. La speranza è che Montella riesca a risollevare subito una squadra che adesso sembra impaurita, quando invece aveva il vento in poppa. O almeno così sembrava.


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