Da Milan e Lazio a Parma e Venezia: la differenza si vede eccome. Quanto pesano quei due mancati riscatti nel centrocampo della Fiorentina

Non si tratta di rimpiangere questo o quel calciatore. Ma alla luce della situazione attuale della Fiorentina, si può serenamente affermare che certe scelte fatte a inizio estate non sono state esattamente centrate. Sì, parliamo proprio di quel mercato che ha esaltato i più, in primis per le conferme dei big (e come non trovarsi d’accordo) ma anche per l’arrivo dei vari Sohm, Dzeko, Piccoli e compagnia. Ma è stato soprattutto il mercato dei riscatti: quelli automatici di Gosens e Fagioli, quello tanto voluto (e ottenuto a prezzo di salo) di Gudmundsson, e quelli mancati di tanti altri calciatori tra cui Adli e Cataldi.
Scelte inspiegabili
Su questi ultimi vuole soffermarsi la nostra riflessione. Perché a guardare il centrocampo attuale della Fiorentina, davvero non ci si spiega il motivo per il quale entrambi sono stati rispediti al mittente. Non siamo ai livelli di Lucas Torreira, il cui mancato riscatto è ancora una ferita aperta per i tifosi della Fiorentina, ma forse si è sottovalutato l’apporto che i due hanno dato alla squadra di Palladino. È vero, c’era un’incognita fisica da non sottovalutare, ma Adli e Cataldi sono stati comunque capaci di collezionare rispettivamente 24 e 25 presenze tra campionato e coppa.
L’ennesima (nociva) rivoluzione
Non abbastanza per farci affidamento? Può darsi, ma allora si poteva integrare. Si poteva mantenere la classe, l’esperienza di almeno uno dei due calciatori provenienti da Milan e Lazio (non da Parma e Venezia, tanto per essere chiari) e affiancare loro dei profili di prospettiva, che sarebbero potuti tranquillamente essere Sohm e Nicolussi Caviglia, ma anche talvolta lo stesso Ndour. E pure Fagioli, con loro accanto, magari avrebbe potuto fare qualcosa in più. Invece no: entrambi salutati a fine stagione, pensando che rifondare quasi completamente – per l’ennesima volta – il centrocampo fosse la soluzione migliore, dopo peraltro che il destino ci aveva già privati dell’apporto significativo di Bove. I fatti, evidentemente, stanno dimostrando il contrario.