Beltran non piace ad Italiano? Se non fosse che ci è sempre stato garantito che le scelte di mercato erano sempre state prese in condivisione tra tecnico e dirigenza, dopo la partita tra la Fiorentina e la Juventus e quanto accaduto all'intervallo, verrebbe proprio da pensare questo. Certo, c'è chi dice che l'argentino abbia preso una botta e fosse impossibilitato a rientrare in campo nel secondo tempo, ma anche su questo non c'è alcuna certezza (leggasi comunicato ufficiale della società). Il tutto per inserire Nzola, giocatore palesemente in difficoltà. Certo, l’argentino di palloni ne aveva toccati pochi, ma poteva essere assieme a Gonzalez una delle poche possibilità di andare in gol. Quindi non capiamo. 

Le difficoltà a costruire

Così come non capiamo le difficoltà di questa squadra a costruire, ad andare dentro, a segnare. E’ vero che la Juventus ha giocato male, ha difeso, ha avuto anche fortuna. Ma, nonostante il gran possesso palla e le prestazioni buone di molti singoli, facciamo troppa fatica a ricordare azioni da rete davvero pericolose. Manca il centravanti, quest’anno come lo scorso anno. Soldi al momento spesi male, dopo cessioni eccellenti con entrate faraoniche. A gennaio, per non gettare alle ortiche un’altra stagione che aveva auspici diversi, occorrerà intervenire là davanti. Altrimenti la Fiorentina rimarrà la solita squadra bellina, caratteriale ma incompleta di queste ultime stagioni. 

Soldi spesi male ma con una speranza

Cabral, Jovic, Beltran, Nzola. Soldi spesi, male, tentativi, nessuna certezza. L’argentino è l’unico che al momento (pur senza segnare) fa intravedere qualcosa di buono. Ma è stato pagato 25 milioni (compresi tutti i bonus) ed è chiaro che non può bastare. Nzola è stato voluto dall’allenatore (e si vede dalle scelte che il tecnico fa quanto speri in una sua esplosione), ma va anche ricordata la lista di alternative che aveva sul mercato. Attaccanti stranieri, attaccanti della Salernitana. Non crediamo ad esempio che tra Berardi e l’ex Spezia Italiano avrebbe scelto il secondo, siamo obiettivi ogni tanto. 

Il potenziale invariato della Fiorentina

Questa Fiorentina, giunta alla terza sconfitta consecutiva, non è da buttare, ma come suggerivamo, nemmeno da considerarla in lizza per un posto in Champions League. Sesto-settimo-ottavo posto, questa squadra è sempre lì come potenziale, punto più punto meno. Ne può perdere tre di fila come ne può vincere tre di fila, e ci auguriamo che ricominci subito a farlo. Poi sognare è lecito, ma che lo facciano i tifosi. Non gli opinionisti, non la corte subito pronta ad incensare la proprietà, la dirigenza. I punti servono subito, i calciatori servono subito. Il Viola Park seppure bellissimo (quante volte lo abbiamo ripetuto) servirà a far crescere talenti futuri e a migliorare l’organizzazione viola della prima squadra e del settore giovanile. Ma non scende in campo, non vince le partite da solo, non segna. E qui, intanto, manca un centravanti forte. Lo avevamo ma è anche stato venduto.

Silenzio? No, occorreva parlare 

Infine un plauso alla Curva Fiesole, scelta dolorosa e per questo ancor più importante quella di disertare lo stadio per Fiorentina-Juventus. Dove non arriva il calcio, dove non arriva questo baraccone, arrivano i tifosi, la gente comune. Bravi. La Fiorentina, intesa come società, poteva fare di più per provare a rimandare la partita?! Non lo sappiamo, ma magari una presa di posizione pubblica, per far capire che era dalla parte della gente che aveva altro a cui pensare, rispetto al pallone, avrebbe voluto dire qualcosa.  O, comunque, avrebbe fatto piacere. Non può bastare un silenzio stampa, occorreva invece parlare. In modo chiaro. Lo ha fatto Cesare Prandelli a nome di tutti, dicendo le cose più sensate possibili.

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