"E il frutto del mio amore infelice è la vergogna, e il capire chiaramente che tutto ciò che piace al mondo è un sogno fugace". Così Francesco Petrarca, parafrasando, conclude il proemio del suo Canzoniere facendo intendere al lettore che i piaceri della vita, in fondo, sono destinati a durare ben poco. Difficilmente però il poeta avrebbe mai immaginato che, un giorno, tali parole avrebbero descritto perfettamente la condizione attuale dei tifosi della Fiorentina.

Quelli che, neanche un anno fa, avevano visto la loro squadra proporre un calcio entusiasmante riuscendo a battere squadre come Milan, Napoli e Atalanta (più volte) e soprattutto tornando in Europa al termine della stagione. Cose bellissime che oggi non ci sono più, tra un campionato probabilmente compromesso e una speranza di andare avanti nelle coppe che fa a sportellate con una squadra che palesa un'enorme fatica ad esprimersi.

In una città che veniva da anni sportivamente bui, anche la piccola Conference League aveva assunto un significato straordinario. Il ritorno alla luce, il primo gradino di una scalinata che avrebbe riportato la squadra ai fasti di un tempo, quelli che storicamente le appartengono. Invece no, nel giro di qualche mese tutto è svanito all'interno di un contorno dannatamente desolante. Forse aveva ragione Petrarca, i piaceri a volte non sono altro che sogni fugaci: a Firenze, purtroppo, quest'anno ne abbiamo avuto la riprova.

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