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Kean Fiorentina
Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Piedi torti? Fiatone? Testa fra le nuvole? Quali di questi mali affligge i giocatori della Fiorentina, in particolare gli attaccanti?

In cinque partite di campionato la squadra viola ha tirato verso la porta avversaria 61 volte. Avete idea di quanti palloni hanno centrato lo specchio, che misura la bellezza di quasi 18 metri quadrati (17,8 per l'esattezza)? Undici. All'incirca un tiro ogni sei (il 18% a voler essere pignoli).

Collimatore tarato male

Il dato denota che i giocatori della Fiorentina hanno il collimatore tarato male. Inoltre c'è da considerare che fra i tiri finiti nello specchio di porta, contano anche quelli dove il portiere avversario raccoglie la palla con lo stesso sforzo che impiega nel cogliere le margherite in un prato. E, infatti, degli undici tiri a segno, solo tre si sono trasformati in gol. Una miseria.

Le possibili cause

Torno quindi al quesito iniziale: come mai i viola hanno questa difficoltà a centrare il bersaglio?

La prima causa, i “piedi torti”, non si addice a giocatori di serie A. Alcuni, fra l'altro, come Kean, anche recentemente la porta l'hanno inquadrata spesso e volentieri. Gli altri (Dzeko a parte) magari un po' meno.

Può essere che la preparazione in “quota Viola Park” non sia il massimo e i giocatori arrivino al momento del tiro con il fiatone che gli fa perdere lucidità? Spiegazione più consona al problema, ma anch'essa smentita, almeno per i vecchi, da ciò che è accaduto la scorsa stagione, pure preparata al caldo torrido di Firenze.

Resta la “testa fra le nuvole”. Che significa non avere in campo la concentrazione massima, non rendersi conto della situazione, che si sta facendo preoccupante anche se siamo agli inizi del campionato. 

E la furia agonistica dov'è?

La Fiorentina non ha mai mostrato, finora, la furia agonistica che dovrebbe caratterizzare chi, partita dopo partita cerca un riscatto. Un aspetto che riguarda la testa dei giocatori, più dei piedi. Su quella ci devono lavorare l'allenatore, il direttore sportivo ma, soprattutto, la società che paga gli stipendi e con la quale sono stati firmati contratti dai lauti ingaggi (i bonus, se continua così, sospetto che non scatteranno). 

Purtroppo tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Anzi, l'oceano. 


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