Confesso che sabato ho avuto un pizzico di invidia per la Roma. Non per il gioco (meglio quello della Fiorentina), non per l’allenatore (Mourinho ormai fa l’imitazione di se stesso) e neanche per l’inno (“Roma, Roma, Roma” di Venditti è bellissima ma mi tengo volentieri “Garrisca al vento il labaro viola…”).

Ho provato invidia per la Roma quando, leggendo la formazione giallorossa, ho scoperto che aveva in campo quattro giocatori nati nel nuovo millennio (Tahirovic 2003, Missori 2004, Bove 2002 e Zalewski 2002) e altri sei in panchina (Boer 2002, Karamitsis 2004, Darboe 2001, Pagano 2004, Volpato 2003 e Baldi 2004). La Fiorentina di giovani nati dopo il Duemila non ne aveva neanche uno in campo e solo due in panchina (Bianco 2002 e Kayode 2004) dove peraltro sono rimasti.

Possibile che la Primavera viola, celebrata dai successi sportivi e dal riconoscimento ad Aquilani come miglior tecnico della categoria, non riesca a fornire qualche “giocatore a Km zero” alla prima squadra?

Forse subisco la nostalgia per la Fiorentina ye ye della mia adolescenza anni Sessanta. Quella di Ferrante, Esposito, Merlo, Chiarugi ed altri che costituirono la spinta propulsiva per la squadra che vinse il secondo scudetto.

Però continuo a pensare che, se non hai risorse economiche illimitate e se vuoi tenere i bilanci in regola, devi spendere per il talento (che si può affinare ma non creare) e affidarti al made in Florence per la parte “normale” della rosa. Per questo confido molto sulla potenzialità del Viola Park. Si riuscirà, in quel contesto, a produrre calciatori di buon livello fast fast fast?


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