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Si fa veramente fatica a ricordare le cose buone fatte da Erick Pulgar da quando veste la maglia della Fiorentina. Decisamente più nitidi invece i ricordi dei suoi errori, da ultimo quel fallo di mano senza senso che è costato un rigore contro il Parma. Pensare che il telecronista di DAZN ci aveva anche illuso che quella splendida traversa nel finale fosse stata colpita dal cileno, pronunciandone il nome al posto di Martinez Quarta...

Scherzi a parte, è ovvio ed evidente che Pulgar a Firenze non lascerà il segno. Soldi mal spesi, investimento buttato via, ma sono cose che potrebbero anche essere messe da parte se non fosse che l'ex Bologna si ritrova sempre più spesso a scendere in campo. I motivi sono due, che poi vanno di pari passo: gli infortuni e la rosa corta. Perché appena Castrovilli e Bonaventura vanno fuori dai giochi, Prandelli è costretto a richiamare proprio i vari Pulgar, Borja Valero, Eysseric. Non certo dei titolari designati, mettiamola così.

Il discorso si sposta allora su un altro binario, un interrogativo lecito che in molti si sono fatti dopo il mercato di gennaio. Era davvero necessario cedere, ad esempio, un giocatore come Duncan? Davvero non avrebbe potuto far comodo in alcun modo? Risposta negativa in entrambi i casi, e questa è una certezza. Così come lo è il fatto che da qui al termine dal campionato la Fiorentina dovrà fare con l'unica coperta che ha. Una coperta molto, molto corta.


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