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In tarda mattina si è svolto il Consiglio della FIFA che all’ordine del giorno doveva prendere una decisione sulla sospensione di Israele, dopo il reclamo formale presentato a marzo 2024 dalla Palestina (riconosciuta dalla FIFA sin dal 1998) e l’appello arrivato da Amnesty International nella giornata di ieri. Il massimo organo calcistico mondiale, nonostante nei giorni scorsi si fosse ipotizzato la possibilità di uno stop, ha scelto di non prendere nessuna decisione nei confronti di Israele.

Infantino spiega: “La FIFA non può risolvere i problemi geopolitici”

Immediiato il commento del presidente della FIFA Gianni Infantino, che prova a spiegare le motivazioni dietro questa scelta: “La FIFA non può risolvere i problemi geopolitici ma può e deve promuovere il calcio in tutto il mondo sfruttando i su i suoi valori unificanti, educativi, culturali e umanitari. Alla FIFA, ci impegniamo a utilizzare il potere del calcio per unire le persone in un mondo diviso".

“Continueremo a lavorare per aprire un dialogo tra le parti”

Ha anche aggiunto: "I nostri pensieri vanno a coloro che soffrono nei numerosi conflitti che esistono oggi nel mondo, e il messaggio più importante che il calcio può trasmettere in questo momento è quello di pace e unità. La FIFA continuerà a invitare tutte le parti interessate a un dialogo significativo per proteggere i giocatori, trovare il giusto equilibrio tra il calcio di club e quello nazionale a livello globale e migliorare il calcio per il futuro”.


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