Mentre la Sinistra italiana prova a ripartire da un volto femminile, come quello di Elly Schlein, il lato sinistro della Fiorentina ha fatto fuoco e fiamme in quel del Bentegodi. Perché se già la prestazione di Terzic, preferito ancora una volta a Biraghi, aveva convinto per le sue accelerazioni e i ripiegamenti generosi, al capitano viola è bastata una palla ferma da metà campo per farsi lanciare addosso tutti i riflettori.

In generale, comunque, è indubbio che il versante mancino della rosa di Italiano sia più strutturato di quello destro, dove l’accoppiata Dodo-Venuti non ha proprio spiccato il volo. Se, però, dal n°23 ci si potevano aspettare prestazioni tranquille e di sola copertura (anzi, è ciò che spera la maggior parte dei tifosi quando lo vede in campo), dal terzino brasiliano ex Shakhtar è quasi un obbligo richiedere un surplus alla manovra offensiva.

Arrivato in estate come l’acquisto più oneroso del mercato, nonché come uno dei profili più intriganti fra i rinforzi della Fiorentina, Dodo non ha ancora fatto scaldare il cuore dei sostenitori gigliati. Nonostante qualche buona sgroppata a cui ha lasciato la firma, sottoforma di assist o di sovrapposizione, gli errori non sono mancati, talvolta compromettendo anche il risultato finale. Le serpentine ad accentrarsi, i giochi di gambe e anche – buttiamocela dentro – la garra, a modo suo, da sudamericano caratterizzano lo stesso un giocatore che ha evidenti margini di crescita.

Il duo alternato fra Biraghi e Terzic avrà sì prodotto di più dal punto di vista quantitativo, ma sulla destra corre un ragazzo, ancora giovane, che sta cercando di ritrovare sé stesso, dopo aver lasciato un paese in una situazione di crisi. L’alibi, se così si può chiamare, della guerra in Ucraina non durerà ancora a lungo e per questo Dodo dovrà accelerare in vista delle fasi cruciali della stagione. Dove una sovrapposizione azzeccata o un bel cross ad uscire nel mezzo possono cambiare le sorti di una partita, ma anche di una competizione intera.

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