A NewOnce Sport ha rilasciato una lunga intervista il portiere della Fiorentina Bartłomiej Drągowski. Questa una parte delle sue dichiarazioni:

Sulle partite e i suoi interventi: "Devo lavorare molto per essere concentrato anche quando in partita non succede nulla. Molti sono più avanti di me in questo aspetto. Grazie a lavorare con uno psicologo, Damian Salwin, so cosa fare per mantenere alta questa concentrazione. Quando si gioca una partita con un sacco di interventi, si può cadere in una sorta di trance. Non sono in grado di spiegarlo, ma il pallone sembra più piccolo, tu sei più veloce, la palla vola più lentamente. Hai l'impressione che anche se stai fermo, la palla ti colpirà. Mi sento qualcosa di simile a volte durante una partita"

Sulla stanchezza mentale: "Quando ero più giovane, tutto era più facile e non pensavo a tante cose. Una volta, sempre nella Premier League polacca, mi sono comportato come se stessi giocando in cortile con i miei amici. In Italia, le tattiche sono molto complicate e si studiano anche cose che sembrano irrilevanti. Sai che tutti analizzano tutti, e anche quando cambi posizione di pochi metri, ti chiedi come la leggerà il tuo avversario e cosa farà al riguardo.

Sui suoi portieri di riferimento: "Ammiro Ederson, ma so che non sarò mai come lui. Tuttavia, posso cercare di migliorare seguendo alcuni suoi comportamenti. A Donnarumma per esempio è stato insegnato fin dall'inizio a giocare con i piedi e lo si vede dal modo in cui inizia l'azione. Finché non svilupperò questi automatismi, non li userò in situazioni di crisi".

Su Vlahovic: "È un grande attaccante. Ricordo quando giocammo contro la Sampdoria Bartek Bereszy'ski mi chiese se fosse davvero un calciatore nato nel 2000, perché in campo sembrava che avesse già giocato una dozzina di stagioni in Serie A. Ha una determinazione straordinaria e il desiderio di crescere. Può rimanere mezz'ora dopo due ore di allenamento solo per sparare in porta. L'allenatore del portiere mi proibisce di stare con lui, mi dice di scendere negli spogliatoi.

Su Castrovilli: "Ho giocato con lui anche in Primavera e lui brillava sempre. Quando è tornato dal prestito non sapevo se sarebbe stato un giocatore che poteva fare la differenza. Tecnica, controllo della palla,  panoramica sul campo, sa quando entrare nella prima linea. Ha tutto. Forse gli manca solo il tiro, perché a volte gli piace dare la palla ai bambini in tribuna invece di colpire la porta. Non starà alla Fiorentina. Presto andrà in un grande club".

 


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