La curiosità sta nel vedere se la Fiorentina sarà pronta o meno alla ripresa. Tre punti contro il Brescia, metterebbero quasi al sicuro la salvezza. Ma soprattutto permetterebbero a Iachini di gestire al meglio questo finale di stagione particolare. Conta il campo, conta il pallone. Ma a Firenze adesso conta tanto, davvero tanto tutto il resto. Perché rende l’idea del valore e della volontà di una nuova proprietà che non è a Firenze di passaggio. Ma che vuole lasciare una impronta, vuole contare, vuole vincere. E allora la voglia, il desiderio, quasi l’obbligo di voler costruire un nuovo stadio per Firenze e per i Fiorentina. Ma soprattutto per far crescere il brand di una società che oggi ha bisogno di un impianto all’avanguardia per contare.

Per scalare le posizioni che occorrono, per arrivare lassù a giocarsela con le più grandi. E poi, forse ancora più importante dello stadio, la volontà di Joe Barone di candidarsi come presidente della Lega Calcio. Una mossa che era nell’aria, ma inaspettata a livello temporale. Arrivata prima del previsto. Barone quest’anno ha studiato la situazione, ha parlato con tutti, ha cercato di entrare nelle stanze del potere pallonaro. Da americano, da neofita, da persona che vuole prima di tutto capire. E oggi, probabilmente, la sua conoscenza è arrivata al punto giusto per provare questo triplo salto mortale. Già, perché non sarà cosa facile. Perché troverà tanti bastoni tra le ruote, ma se davvero dovesse riuscirci allora si aprirebbero scenari davvero importanti.

Non ci piace il paragone con Galliani, lo stile americano appunto non vedrebbe di buon occhio questo accostamento. Ma sicuramente fa capire quanto Commisso e questa nuova proprietà ha a cuore il futuro viola ma anche quello del calcio italiano. Per rendere tutto più equo, per rendere tutto più spettacolare, più avvincente. Come accade negli States. Per far fuori una dittatura sportiva che come disse Commisso il giorno del suo arrivo a Firenze sta facendo perdere credito e blasone al calcio italiano. E allora avanti così. Con il calcio che ricomincia. Ma con i progetti che, in casa viola, non si sono mai fermati. Nemmeno durante i mesi di quarantena. Anzi. Qui si fa davvero sul serio.


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