C’è sempre qualcuno che si lamenta quando si parla di Fiorentina. Anche per questi zero punti in due partite. Figuriamoci a Firenze, da sempre patria di guelfi e ghibellini. Anche con una nuova proprietà, incredibilmente bella. Non diamogli peso, è il calcio. Eppure è stata costruita una squadra in due mesi. Fast fast, come direbbe Rocco. Poco più di sessanta giorni, di incontri, chiacchierate. Con tutti: dal magazziniere al sindaco, dal semplice tifoso allo sponsor più importante. L’esatto contrario della gestione precedente, che della gente aveva paura. Meglio starne alla larga. Tanto da consigliarlo pure a Rocco che, da buon italo-americano, ha sorriso fregandosene del suggerimento. E poi ha speso e ha mantenuto promesse importanti: come quella di non cedere Chiesa. Una promessa del valore di un'ottantina di milioni (in meno) nelle casse. Spiccioli forse per qualcuno. E poi Pulgar, Boateng, Lirola, Ribery, nomi che fino a qualche mese fa, se solo fossero stati pronunciati, a Casette d’Ete sarebbero stati rispediti al mittente.

Ma non parliamo più del passato. Anche perché, onestamente, ci sono state anche le stagioni dei vari Jovetic, Mutu, Frey, Toni. Ma è il modo, il linguaggio, l’eleganza messa sul campo che sono tremendamente differenti. Firenze, di Rocco, si è innamorata dopo pochi giorni. Con i Della Valle non sono bastati diciassette anni. Adesso la sensazione è che dopo una stagione di assestamento, la Fiorentina già il prossimo anno potrà tornare a lottare per grandi traguardi. Diciamolo senza paura: per un posto in Europa. Perché l’obiettivo è questo: portare la Fiorentina e il calcio italiano in America, Oltreoceano, da vincitori. Quando Commisso parla della Juventus e di una egemonia da interrompere, sogna una squadra viola ad altissimi livelli. Per questo, di corsa, sta chiudendo la questione stadio, sta rendendo forte il reparto commerciale, sta cercando di rinforzare tutti gli asset più importanti di una squadra di calcio. Per incrementare le entrate, un fatturato che non è mai cresciuto nelle ultime stagioni. Dalla Champions di Prandelli in poi, la Fiorentina da quel punto di vista si era completamente fermata. Accontentandosi, perché con l’autofinanziamento poteva andare bene anche così.

Si è passati dal vivacchiare al sognare. E allora chi se ne frega di un ‘colpo’ in più o in meno sul mercato? Di un obiettivo sfumato, di una trattativa non portata a termine? Ce ne saranno altre, ancora più belle. E soprattutto, se mai capiterà che la Fiorentina a fine dicembre sarà nelle zone alte della classifica il mercato riserverà davvero delle belle sorprese. Poi è chiaro, zero punti in due partite fanno girare le scatole. Soprattutto a Montella che non vince in Seria A dal novembre 2017. Ma anche a lui tornerà il sorriso, e presto torneranno i tre punti. Questa volta, anche un brutto inizio, può passare in cavalleria. E’ troppo promettente il futuro per permettersi di arrabbiarsi. La Fiorentina migliorerà, sotto gli occhi attenti di una proprietà finalmente presente e organizzata.


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