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Stefano Pioli
Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Il paradosso della tartaruga, o meglio detto di Zenone, illustrava l'impossibilità teorica di Achille di raggiungere in una gara di corsa una tartaruga, partita con un leggero vantaggio. E tale sembra anche lo status della Fiorentina di Pioli, partita per la verità con gli stessi zero punti delle altre ad agosto (e con una rosa già ben formata da inizio ritiro). Ad ogni gara, ad ogni mancata vittoria, il tecnico viola rilancia il lievissimo gap ormai rimasto per vedere il “vero volto” dei suoi, il piccolo dettaglio residuo per agganciare l'avversario di turno e magari batterlo.

Cosa mancava ieri per pareggiare o superare la Roma? Qualche episodio, nel contesto di una generale casualità nel gestire il pallone. Una gran fatica propiziarsi anche la sorte, spesso amica in passato. Al di là però di cosa dice Pioli, per fare legittimamente scudo al suo spogliatoio, se dopo 6 giornate hai appena 3 punti, si fa fatica a stare dietro al bicchiere mezzo pieno e a tollerare meccanismi di avvicinamento graduale agli avversari. Che intanto scappano veloci come faceva poi Achille fuori paradosso mentre la Fiorentina di Pioli incarna sempre più la tartaruga.


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