La parola d'ordine è coraggio. Vanoli e una prima al Franchi che convince tutti

«Dentro una partita ci sono più partite». Paolo Vanoli lo ha ripetuto dal primo giorno. Perché dentro il suo Fiorentina-Juventus c'è stato un intero film. Pur col freddo, resta in abito nero, caldissimo. Si agita, si accartoccia, urla, si dimena, incita, si arrabbia, abbraccia, gode, si dispera. E alla fine porta a casa un altro punto prezioso, afferma La Gazzetta dello Sport.
“Vi vogliamo così”
Dopo due partite Vanoli è imbattuto, anche se non ha vinto. Ma conosce Firenze e quella curva che per tutta la partita ha insultato la Juve e l'odiato ex Vlahovic e alla fine incoraggia i calciatori viola col più classico dei «Vi vogliamo così». È il più bel complimento per il tecnico che lo ha detto da principio: «Innanzitutto non bisogna perdere». La Fiorentina è ancora ultima, ma respira, è viva, lotta.
Dimostrazioni di coraggio
“Ho spiegato che con la paura non si va da nessuna parte. Serve il coraggio. La reazione del secondo tempo mi è piaciuta. La strada è lunga, l'obiettivo è cambiato, credo occorrano meno di 40 punti, ma farli non è facile. Dobbiamo essere provinciali”. Gli fa eco Parisi, schierato per la prima volta titolare in campionato: “Ci vuole fame, si gioca per la salvezza. Ma vedo l'energia giusta per uscirne”.
Vanoli ha ribadito sul campo i concetti espressi a parole quando è stato chiamato. Coinvolge tutti: lo dimostra l'ingresso in campo in un momento delicato del difensore classe 2006 Eddy Koaudio, che aveva giocato solo un tempo a Torino alla seconda di campionato.


