La nuova Fiorentina disegnata in Arabia. Una squadra a tinte italiane: ecco il rilancio di Commisso

Dall'Arabia, sta nascendo la nuova Fiorentina. Una Fiorentina che già da questa settimana potrebbe vedere Pioli diventare ufficialmente il nuovo allenatore viola.
Lui, che torna per la terza volta, la seconda da allenatore, con quel legame sportivo e non solo con Firenze tatuato sulla pelle. Il ricordo di Davide, ma anche tanto, tanto altro.
Un mercato già decollato
Intanto, assieme a Pradè sta portando avanti un mercato già decollato prima di cominciare. Non era mai accaduto prima, anche questo può essere un primo, grande segnale. A metà giugno la Fiorentina ha già acquistato Dzeko, Fazzini e praticamente anche Viti. Un 'vecchio' ma campione, un 'giovane' già grande e un difensore, seguito da tempo.
Fazzini è stato acquistato ad una cifra importante ma giusta, ha qualità e corsa, esile dal punto di vista fisico ma con un grande futuro davanti. Può fare la mezzala ma anche il trequartista, un vero jolly che ad Empoli ha già fatto vedere tanto. Voluti tutt'e tre per una idea di gioco che sta nascendo con contorni e strategie ben precise. Niente approssimazione, ma una lista di nomi presentati da Pioli alla dirigenza viola da raggiungere.
I prossimi arrivi
I prossimi potrebbero essere Fabbian e Bennacer. Il primo 57 presenze nel Bologna e 8 gol, un Under 21 italiano che piace anche alla Lazio. Centrocampista di inserimento, una mezzala fisica che può garantire anche tante reti. Il secondo un pupillo dell'allenatore, con qualche problema fisico negli ultimi anni, ma anche tanta voglia di rivincita. Assieme hanno vinto uno scudetto al Milan, roba non da poco.
Poi sarà il tempo di capire il futuro di Kean (dalla dirigenza viola, nonostante le sirene di mezzo mondo, continua a filtrare ottimismo) e quello di Dodô, l'unico calciatore, dal punto di vista contrattuale, davvero sacrificabile. A meno che non si decida di andare ad un muro contro muro che servirebbe a poco.
Una squadra molto italiana
Sta nascendo una Fiorentina giovane e molto italiana. Una mezza rivoluzione, con la speranza di trattenere quella spina dorsale che lo scorso anno l'ha portata al sesto posto in campionato, nonostante duemila critiche (De Gea, Gosens, Fagioli, speriamo anche Kean). Si ripartirà da qui, inserendo quantità e qualità.