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Alessandro Ferrari
Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Il direttore generale della Fiorentina, Alessandro Ferrari, in un'intervista rilasciata a Lumsanews ha parlato del problema stadio che il club viola si è trovato a vivere fin dall'inizio dell'era Commisso

“Non abbiamo avuto fortuna con lo stadio”

“Il presidente Commisso, dal suo arrivo a Firenze, ha compreso immediatamente la necessità per il club - ha detto Ferrari - di investire sulle strutture, un passaggio necessario a far crescere la Società per provare a ridurre il gap con le squadre più importanti d’Italia e d’Europa, attualmente irraggiungibili dal punto di vista dei ricavi. Se per il Viola Park, grazie alla volontà e all’impegno del presidente e alla determinazione del direttore Barone, l’obiettivo è stato raggiunto, purtroppo con lo stadio, la proprietà della Fiorentina non ha avuto la stessa fortuna. Lo stadio “Artemio Franchi”, a torto o a ragione, è considerato un monumento storico e, di conseguenza, soggetto alla tutela del Ministero della Cultura e, a livello territoriale, dalla Soprintendenza”. 

“Diverse opzioni, tutte bocciate”

E poi: "Nel corso degli anni sono state presentate più opzioni, dal rifacimento completo del Franchi fino alla presentazione di un progetto restyling ‘più soft’, che avrebbe mantenuto intatte le parti più sensibili dell’opera di Nervi, dalle scale elicoidali alla Torre di Maratona, ma la Soprintendenza ha costantemente bocciato ogni nostra proposta”. 

“Commisso è pronto ad intervenire, ma prima…”

Siamo all'attualità: "Nonostante la collaborazione costante e il contatto continuo tra i tecnici del nostro club e quelli del Comune, attualmente non è possibile fare previsioni. Il club ha la necessità, prima di valutare qualsiasi attività relativa allo stadio, di ottenere diverse informazioni, che attualmente non sono state ancora fornite: dal cronoprogramma esatto dei lavori fino a quello che potrebbe essere il costo d’affitto per l’utilizzo dell’impianto. Il presidente non ha neanche escluso la possibilità di un intervento economico per aiutare la conclusione dei lavori, ma siamo in attesa di avere tutte le informazioni prima di prendere qualsiasi decisione in tal senso”. 

L'affondo contro la politica

Infine l'affondo: "E' assurdo che in un paese come l’Italia in cui il Calcio ha un impatto non indifferente sul Pil e che genera più di 140 mila posti di lavoro (dati Figc), la politica non si impegni in maniera decisa nel favorire lo sviluppo di nuovi stadi ma che, al contrario, basti pensare a quanto avviene non solo a Firenze, ma anche a Milano, Roma e altre città, spesso rappresenti il vero ostacolo al miglioramento della situazione relativa agli stadi”. 


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