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Stefano Pioli
Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Contro il Lecce sarà vita o morte per noi, i ragazzi lo devono capire bene”. Così il direttore sportivo viola Daniele Pradè ha chiosato il suo commento alla sconfitta di ieri, l’ennesima di questo disastroso campionato, della Fiorentina di Stefano Pioli. Il pesante 3-0 contro l’Inter ha certificato l’ennesimo record negativo: con 4 punti in nove giornata quella di quest’anno è la peggior partenze della storia viola da quando ci sono i tre punti per la vittoria. In casa gigliata però la speranza regna sovrana e al fischio finale la dirigenza ha in coro confermato il tecnico italiano in panchina, almeno appunto fino alla sfida di domenica. Le perplessità di molti però persistono.

Vittoria salvifica

Pensiamo positivo. Alle 17 di domenica pomeriggio la Fiorentina è uscita dal Franchi con i tre punti superando i giallorossi di Di Francesco, magari con una prestazione convincente, poi che succede? Può bastare una vittoria contro il Lecce per far tornare il sereno in casa viola? Occorre quindi capire il perchè, nonostante in passato sia stato deciso di fare in altro modo, la società voglia dare un’ultima opportunità a Stefano Pioli. Serve capire se ci sono davvero margini di miglioramento, e che quindi con un calendario più accessibile e meno pressioni le cose possano andare verso un’altra direzione. Intanto la squadra stessa manda segnali inequivocabili.

Il primo tempo di ieri è stata una scelta

La sconfitta contro l’Inter era chiaramente preventivabile, tanto che in molti nel pronosticare il risultato avevano dato per spacciata la Fiorentina, ma quello che si è visto in campo è stato comunque diverso dalle partite precedenti. Gli undici scesi in campo dal primo minuto sembra aver interpretato alla lettera le richieste del proprio allenatore, restando coperti il piu possibile cercando un colpo dei suoi leader: un piano partita ipotizzabile in casa dei nerazzurri, sopratutto considerando il momento che stiamo attraversando. Un atteggiamento che oltretutto smentisce la versione che parla di una rottura tra il tecnico e lo spogliatoio. De Gea ha fatto di tutto per evitare il peggio, ma al primo schiaffo, il vantaggio di Calhanoglu, la Fiorentina si è di fatto sciolta: questo è il grande problema, direi l’ennesimo, emerso dalla sfida di ieri. 

La tanto evocata pazienza è ormai agli sgoccioli

Molte volte una delle parole piu invocate nel mondo del calcio, e spesso rimaste però inascoltata, è pazienza. Quante volte ci siamo riempiti la bocca parlando di pazienza quando si parla della costruzione di una squadra. Mille volte è stato citato Gasperini, che nonostante un pessimo inizio di campionato alla sua prima stagione ha poi scritto la storia dell'Atalanta. Ma almeno in quel caso alcuni segnali si vedevano, ed nonostante i bergamaschi non raccogliessero risultati dimostravano comunque di avere un'identità netta e un'idea di calcio chiara. Cosa che, almeno per il momento, la Fiorentina di Stefano Pioli non ha. Che fare quindi? Continuare sulla stessa strada o cercare immediatamente una sterzata?


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