"C'è chi non vede strategie, io la strategia la vedo invece, c’è un gruppo di dirigenti che vuole gestire tutto da solo ed è composto da Pradè e Barone. Loro non sentono di aver bisogno di nessuno, l’ingresso di Burdisso è positivo perché apre scenari in Sudamerica ma il duo si sente in grado di gestire tutto in autonomia. Forse non è scattato il feeling con i vari Antognoni e Dainelli. La vicenda Gattuso è la vittoria di Barone e Pradè, che avevano paura di essere messi ai margini: lui era stato scelto per volontà di Commisso. Si sono create delle tensioni all’interno della società… in un colpo solo era stato preso un personaggio vincente, con un procuratore ingombrante ma che permetteva di prendere giocatori in una boutique e non più al supermercato. Però si diceva che la dirigenza non era entusiasta della scelta per paura di essere messa ai margini: Barone è il vero vincitore. Quando Commisso era interessato al Milan, lui si immaginava come nuovo Galliani. Il primo Barone era quello a cui dicevo che seguire il calcio a Brooklyn non era come seguirlo a Firenze e lui non era d’accordo, poi però ha lavorato 36 ore al giorno per imparare".


💬 Commenti