Lungo editoriale da parte di Stefano Cecchi sulle pagine de La Nazione. L’argomento non può non essere Fiorentina-Juventus e il ritorno a Firenze di Dusan Vlahovic, che affronterà per la prima volta la sua ex squadra.

Queste le sue parole: “E’ il fischio, quando espresso in maniera civile, cos’è se non la forma più democratica, sentimentale e non violenta di dimostrare un dissenso? Per questo credo che stasera qualcuno civilmente fischierà Vlahovic perché vuol bene alla Fiorentina e la ferita nel cuore è troppo recente per non far male. Qualcuno lo fischierà perché lo aveva applaudito quando il mondo intero non credeva in lui. Qualcuno lo fischierà perché se n’è andato appena il mondo ha creduto in lui iniziando ad applaudirlo”.

E ancora: “Qualcuno lo fischierà perché sapeva di non poter trovare in Dusan il nuovo Antognoni, ma sperava potesse essere almeno il nuovo Batistuta, che prima di andarsene aveva lasciato alla città anni di gol, di sorrisi e anche di qualche coppa. Qualcuno lo fischierà perché i gol all’Inter, al Milan e quello al Benevento, sono stati da antologia. Qualcuno lo fischierà perché se poi ferisci il sentimento, anche la bellezza di quei gol nel ricordo sbiadirà, uscendo dalle antologie e diventando carta straccia. Qualcuno lo fischierà per non aver capito quanto amore possano offrire le città orgogliose”.

Chiosa finale da parte di Cecchi: “Qualcuno lo fischierà perché Firenze è la capitale delle città orgogliose. Qualcuno lo fischierà perché lo aveva amato troppo. Qualcuno lo fischierà perché convinto che se una sciarpa viola dovesse mai cadere sulla sua strada, lui la ignorerebbe. Qualcuno lo fischierà al ricordo che un altro simile a lui invece la mise al collo, certificando davanti a uno stadio intero una sofferenza e una riconoscenza. Qualcuno infine lo fischierà perché quella con la Juventus non sarà mai una partita come le altre. E chi dice il contrario o non conosce Firenze o non conosce cosa sia la passione nel calcio”.


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