Paura di vincere. Quella che ha avuto Montella e che inesorabilmente si è trasmessa alla squadra. La Fiorentina ad un certo punto ha smesso di giocare, e la domanda è "perché?". Non abbiamo detto che è un anno di transizione? Non abbiamo detto che non ci poniamo obiettivi? E allora, tra un punto e zero non cambia nulla. Per questo la Fiorentina non può non provare a vincere in casa con la Lazio. Anche perché le possibilità c'erano tutte, contro una squadra che finalmente ti lasciava la possibilità di ripartire senza chiudersi a riccio nella propria metà campo. Certo quando poi Montella usa l'ultimo cambio per inserire Boateng (e lo fa prima di vedere l'esito di una punizione dal limite per la Lazio, roba che neanche in Terza Categoria) capisci che non è aria. E lo capisci ancor di più quando, purtroppo, Immobile segna l'ennesimo gol a Firenze regalando la vittoria ai biancocelesti. Il fallo su Sottil? C'è chi lo ritiene netto, chi accusa il ragazzo di lasciarsi andare un po' troppo; la verità, probabilmente sta nel mezzo. A tutto ciò aggiungiamo un Badelj che ha giocato con gli avversari, un Ribery nervoso all'uscita dal campo e nel post-gara e la frittata è fatta. Una serata storta sotto tutti i punti di vista, nonostante il gol ritrovato da Chiesa e il rigore parato da Dragowski. Resta l'amaro in bocca per non averci nemmeno provato a vincerla questa partita, consapevoli che non sarebbe stato certo impossibile. Un po' tutti vorremmo vedere una Fiorentina più coraggiosa, che prova a vincere sempre indipendentemente dall'avversario. Speriamo che questa sconfitta serva in primis a Montella, così che dalla prossima partita possa cambiare magari formazione e, soprattutto, mentalità.


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