I (piccoli) segnali di crescita dai quali la Fiorentina può ripartire

Una pausa nazionali non certo serena quella che vivranno Stefano Pioli e la squadra viola. L'incubo di una classifica horror comincia a farsi ricorrente e all'orizzonte c'è un trittico di partite da mettere i brividi (Milan a San Siro, Bologna e Inter ancora a Milano).
Una sosta con l'acqua alla gola
Al Viola Park si respira ormai un'aria terribilmente pesante; sei partite di campionato senza nemmeno una vittoria portano inevitabilmente a riflessioni e malumori. Eppure non è tutto da buttare, almeno quello che abbiamo visto nei 90 minuti contro la Roma. Quella contro i capitolini è stata, forse, la miglior prestazione degli uomini di Pioli fin qui, ma un po' di sfortuna e distrazioni evitabili hanno presentato il conto, rimandando ancora una volta l'appuntamento con la vittoria.
Il carattere della squadra
Ma oltre ai (pochi) singoli che hanno mostrato segnali incoraggianti (il ritorno al gol di Kean e la vivacità di Fazzini), i veri messaggi positivi sono arrivati dalla squadra nel suo insieme. I giocatori viola, dopo aver subito due gol in otto minuti, non si sono scomposti, anzi, hanno trovato la giusta grinta per provare a ribaltare una partita che d'un tratto s'era fatta storta.
Il centrocampo
Pioli inoltre, dopo aver sperimentato in lungo e in largo, sembra aver trovato il giusto assetto per questa squadra: il centrocampo, seppur senza prestazioni personali scintillanti, è sembrato molto più in palla rispetto al recente passato, riuscendo a mantenere l'equilibrio, non facendosi sovrastare fisicamente da quello della Roma e gestendo efficacemente la manovra offensiva gigliata.